Il Parco Archeologico Urbano di Nola è tornato nuovamente sotto i riflettori dell’opinione pubblica negli ultimi giorni. Lo stato di degrado della struttura in via Merliano, infatti, è tornato ad essere visibile agli occhi di tutti e molti cittadini lo hanno ripreso e diffuso. Ma come si è arrivati a questo stato?
Il Parco Archeologico Urbano di Nola è stato inaugurato nel 2014 dall’amministrazione Biancardi alla presenza dell’allora Governatore Stefano Caldoro. Da quel giorno la struttura, che si estende in un’area verde con resti archeologici e uno stabile in parte interrato, non è mai stata resa fruibile in maniera costante alla cittadinanza. Durante l’amministrazione Biancardi, di solito, l’area veniva aperta per spettacoli vari ma poi la struttura tornava chiusa e man mano l’incuria ritornava a regnare sovrana.
Con l’amministrazione Minieri fu invece l’università Partenope ad interessarsi interessandosi dapprima alla struttura interna per istituirvi aule universitarie e locali amministrativi e poi all’area esterna, per la quale si erano messe le basi per una convenzione di utilizzo e manutenzione. Col tempo, tuttavia, l’università ha virato sui locali dell’auditorium del Rione Gescal per le aule universitarie e il Parco è rimasto chiuso. Nel mezzo, durante soprattutto il periodo della Festa dei Gigli, l’auditorium del Parco Archeologico ha ospitato mostre sulla Festa.
Ora, con l’amministrazione Buonauro, il Parco resta chiuso. Fonti interne hanno fatto sapere che l’amministrazione non ha fondi per gestire la parte esterna (sottoposto a vincolo della Soprintendenza dei Beni Culturali, ndr) ma che, grazie ad un’analisi di fondi residui, si è trovata la possibilità per cominciare lavori di ristrutturazione interna dell’auditorium. Precedentemente era stato trovato l’accordo con l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) per gestire la struttura ma, ad oggi, l’associazione non ha trovato alcun fondo disponibile per far partire eventuali progetti. Cittadini, imprenditori e associazioni, quindi, possono attivarsi per proporre progetti di rivalutazione del Parco.