Un grave incidente sul lavoro, la corsa in ospedale e il rischio più che concreto di perdere entrambe le mani. La storia è quella di Alfonso Frasso, operaio della provincia di Caserta che lo scorso 26 ottobre, a soli 24 anni, è rimasto vittima di un grave incidente. Immediato il trasporto al più vicino ospedale e la consapevolezza di dover predisporre un trasferimento verso un centro d’eccellenza. In pronto soccorso i medici riscontrano infatti importanti fratture multiple ai quattro metacarpi delle dita lunghe ed una seria lesione vascolare di entrambe le mani, con il concreto rischio di amputazione bilaterale. Giunto all’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, l’uomo viene accolto e curato presso l’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia, diretta dal Professor Massimo Mariconda.
L’equipe chirurgica chiamata ad occuparsi del caso viene guidata dal professor Francesco Smeraglia (Ortopedico), coadiuvato dal professor Simone La Padula (Chirurgo Plastico), dalle dottoresse Morena Basso e Sara Di Maso (assistenti in formazione in Ortopedia e Traumatologia), dagli anestesisti Maddalena Zampi e David D’Auria, dal personale di sala Salvatore Zerlenga e Antonio Morra, con il tempestivo supporto della Direzione Sanitaria, guidata dalla dott.ssa Anna Borrelli, e del COIES con la dottoressa Pasqualina De Vita.
L’intervento chirurgico, di particolare complessità, è durato 10 ore ed è consistito nella ricostruzione microscopica delle arterie delle dita e dalla riparazione delle ossa fratturate e dei tendini interrotti. A circa 15 giorni dal difficile intervento la “sopravvivenza” delle mani non è più in pericolo e dunque il rischio dell’amputazione, evenienza drammatica in un paziente così giovane, può dirsi scongiurato.
«Una risposta che ancora una volta testimonia l’eccellenza assistenziale garantita dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli rispetto ad un’emergenza che è arrivata dal territorio e per la quale non si poteva perdere neanche un attimo. Un caso straordinariamente complesso, vista l’esigenza di restituire rapidamente la vascolarizzazione di entrambe le mani», sottolinea il Direttore Generale Giuseppe Longo.