Notti Magiche: Paolo Virzì ci restituisce un prodotto dell’ “ultimo Cinema Italiano”

di Vittorio Paolino Pasciari

Dopo l’entusiasmo dell’alba e l’apice del giorno, inevitabile è l’arrivo del tramonto. Questo vale per la vita reale ed anche per il mondo in celluloide. Notti magiche è un film del 2018 diretto da Paolo Virzì, con protagonisti Mauro Lamantia, Giovanni Toscano e Irene Vetere, con la partecipazione di Giancarlo Giannini.

Roma. Nell’estate del campionato del mondo 1990, precisamente il 3 luglio durante la semifinale fra Italia e Argentina, un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere. I principali sospettati dell’omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori: nel corso di una notte in caserma viene ripercorso il loro viaggio trepidante, sentimentale e ironico nello splendore e nelle miserie di una gloriosa stagione del cinema italiano ormai al tramonto. Le speranze, le illusioni, le delusioni di tre aspiranti sceneggiatori nella Roma dei mondiali Italia ’90 sono il soggetto di questo film. Ognuno dei personaggi è un mondo a sé stante ed ognuno reagisce a modo suo mentre viene immerso in quel caotico tunnel di cinismo che è l’altra faccia del Cinema, quella che sta nascosta dietro la macchina da presa, dietro i copioni, dietro i premi, insomma dietro le storie che emozionano lo spettatore. L’episodio di matrice poliziesca che apre e chiude la storia, la morte sospetta e l’interrogatorio, è un divertente filo conduttore. La trama scorre veloce e verso la fine tutto è ormai pronto per sputare in faccia ai tre protagonisti, ed allo spettatore in sala, l’amara verità che un occhio allenato già può intuire dai primi 30 minuti della storia. Il finale cerca di offrire una consolazione, almeno parziale, nel ribadire una lezione che forse proprio per la sua semplicità è così difficile da accettare: i sogni vanno coltivati per affrontare la realtà che è sempre dura da vivere, qualunque sia il risultato ottenuto alla fine.

Il regista Virzì punta il dito sul lato peggiore del mondo in celluloide, insistendo su come le produzioni italiane all’inizio degli anni ‘90 vedano il tramonto di ogni passata gloria, proprio come le speranze dei tifosi azzurri infrante dopo il rigore di Maradona. Da cinefilo appassionato condivido in parte la visione decadente di Virzì, giacché dagli ormai lontani anni ’90 mi è capitato una o due volte di vedere un prodotto italiano per il Grande Schermo almeno degno della gloria passata.

Un film che può piacere o no ma che un vero appassionato di Cinema non può non vedere almeno una volta.

 

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