Senzatetto, pestato e dolorante a letto. Vaslav, il clochard picchiato fin quasi alla morte, in questi giorni è stato operato e si trova ricoverato all’Ospedale di Nola. Accudito dalle cure dei medici, dei volontari e dai privati cittadini, Vaslav tuttavia è ancora gravemente trascurato. Ci sono arrivate moltissime segnalazioni infatti sulla situazione igienica del 39enne senzatetto che sembrerebbe essere spesso in condizioni non adeguate; vista la sua immobilità infatti non può provvedere autonomamente alla sua igiene personale e ad espletare i propri bisogni. Il clochard sarebbe stato lasciato in condizioni non proprio ottimali per quasi più di 24 ore in questo weekend di Pasqua. Ultime indescrizioni riferiscono che tuttavia Vaslav sarebbe stato preso in custodia dalla Caritas, che dopo la dimissione si occuperà di trasferirlo in un centro a Somma Vesuviana dove sarà seguito tutto il giorno da un fisiatra. La curia avrebbe messo anche a disposizione un alloggio in un complesso di residence. Il senzatetto è costantemente visitato da privati cittadini, da associazioni ed è accudito spesso da un gruppo di volontari che presta servizio all’ospedale. Vaslav è un 39enne socievole dagli occhioni azzurri, che si fa voler bene da molti; i volontari che prestano servizio in ospedale lo considerano un padre, un figlio, un fratello, un membro della famiglia insomma; moltissimi privati cittadini e negozianti inoltre si stanno prendendo cura dei suoi cani, mentre martedì alla veglia di preghiera per lui hanno partecipato gruppi come CGIL e moltissime persone, tra le quali però sembra solo Mariafranca Tripaldi come personalità istituzionale.
Vaslav in questi giorni ha comunque vissuto momenti felici. I colleghi di Chi l’ha visto sono riusciti a metterlo in contatto con il padre in Repubblica Ceca e gli hanno fatto vedere le foto dei due cagnolini sopravvisuti, Sacha e Syber, membri di una famiglia di cani di cui faceva parte anche Opson, purtroppo morto la notte dell’aggressione. Grazie all’assidua e amichevole compagnia di cittadini e volontari Vaslav ha festeggiato il suo onomastico, il suo nome infatti in Italia è l’equivalente di “Vincenzo”. Il 39enne Ceco è stato anche convinto a tagliarsi i capelli, cosa che non faceva da ben 19 anni per un legame particolare che aveva con la sua famiglia, ogni anno provvedeva infatti solo ad accorciarli di 5 centimentri. Sono molte le cose che lo sventurato Vaslav ha perso, tra le quali il suo giubbotto, molto importante perchè all’interno vi era una bambolina che raffigurava la sua sorella.
Le giornate passano e il 39enne senzatetto resta perennemente sotto l’effetto di antidolorifici. In molti lo stanno aiutando ma è impossibile non pensare al fatto che i suoi aggressori sono ancora a piede libero, impegnati nelle loro solite vite, mentre Vaslav è su di un letto d’ospedale. In questi giorni ci sono arrivate ancora altre segnalazioni di casi di pestaggio ai danni dei senzatetto, non le prime in questi mesi e non riconducibili alle stesse persone; questi atti vili sono dei fenomeni che si sono verificati anche al di fuori di Nola e della Campania. Il Procuratore di Nola, Paolo Mancuso, ai microfoni di Chi l’ha visto ha definito questi ragazzi dei “criminali d’avventura” che devono avere ciò che si meritano, un’avventura che purtroppo si sta rivelando un incubo. Come lo stesso Mancuso ha affermato, chi sa deve avere il coraggio di comunicare tutto alle forze dell’ordine. Ogni elemento potrebbe essere rilevante, così come ogni oggetto perduto, ad esempio il giubbotto di Vaslav, è di vitale importanza per il senzatetto e deve essere ritrovato. Anche noi ci uniamo all’appello del Procuratore affinchè persone a conoscenza dei fatti comunichino ciò che sanno. Ci auguriamo che venga ritrovato il giubbotto con la bambolina che tanto sta a cuore a Vaslav e che i responsabili siano quanto prima assicurati alla giustizia. Certo, saranno anche criminali improvvisati, ma bisogna evitare che rifacciano questo vile gesto. Speriamo inoltre che “Vincenzo” Vaslav sia seguito nel migliore dei modi, così come tutti gli altri pazienti; non è il caso d fare di tutta l’erba un fascio, perchè ci sono infermieri e dottori che fanno il loro lavoro con passione e dedizione, tuttavia queste segnalazioni sono allarmanti.
di Nello Cassese