Un carcere senza sbarre, celle singole, prati verdi e sale teatro. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un resort invece è il primo progetto di carcere “aperto” da sperimentare in Italia. La struttura, da costruire nel giro di 5 anni a Nola in località Boscofangone, è stata fortemente voluta dal ministro Orlando. Progetti simili hanno riscosso un discreto successo già in Danimarca, nella nostra penisola potrebbe essere l’occasione di riallinearci con gli standard di vita dei detenuti richiesti dalla Comunità europea.
Secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, il carcere ospiterà 1200 detenuti non pericolosi, i quali dovranno essere velocemente reinseriti nella società. Le celle saranno singole ed avranno televisori a cristalli liquidi da 20 pollici, ci saranno campi da calcio e da tennis, sale teatro, sezioni per praticare ogni culto religioso, aule per imparare un mestiere, il tutto circondato da tanto verde. Non ci sarà filo spinato, nè sbarre ma la struttura sarà circondata da griglie in acciaio e vetri antisfondamento, per non isolare la vita all’interno da quella che scorre nella città all’esterno.
L’esperimento non mina la sicurezza della città che ospita il carcere (la struttura è sorvegliata da uno dei più tecnologici sistemi di videosorveglianza) ma punta a rendere meno dura la vita di quei detenuti ritenuti non pericolosi che dovranno reinserirsi subito nella società. Il carcere non potrà ospitare detenuti in regime di 41bis, l’obiettivo è invece quello di decongestionare le carceri di Secondigliano e Poggioreale. Il progetto ha per il momento trovato l’interesse di 14 aziende, l’unica napoletana (la Tecnosistem) si servirà della professionalità del noto architetto Massimiliano Fuksas.
fonte : Corriere del Mezzogiorno
foto riguardante un progetto simile sperimentato in Danimarca