Ieri pomeriggio alle 15.45 il Ministro della Giustizia, On.le Andrea Orlando, ha fatto visita ai vertici istituzionali dell’Avvocatura e della Magistratura Nolana, per iniziare un percorso comune con l’obiettivo di riuscire a imprimere un salto di qualità al Tribunale di Nola, giunto in fondo alla classifica degli uffici giudiziari italiani (132° posto su 139), attraverso l’attivazione di buone pratiche (best practice). L’arretrato è davvero impressionante: 25mila fascicoli nel delicatissimo settore di lavoro e previdenza. Nel settore civile la durata media dei processi è di 5 o 6 anni, con punte di 8 o 9 per le cause ereditarie. A rendere ancor più pesanti questi numeri la carenza di magistrati e di cancellieri. L’obiettivo è quello di aggredire l’arretrato civile non più tollerabile. Non è solo una battaglia di civiltà giuridica ma anche (e soprattutto) di programmazione della spesa pubblica (spending review).
È stata sostanzialmente una visita tecnica, operativa. Non a caso il Ministro Orlando è stato accompagnato da un qualificato seguito di altissimi dirigenti: accanto al Capo di Gabinetto anche quattro dirigenti di vari settori del Dicastero di Via Arenula.
Il Presidente del Consiglio Forense di Nola, avv. Francesco Urraro, evidenzia il valore dell’iniziativa: “È stato un importantissimo momento di confronto e di interlocuzione con il Ministero della Giustizia rappresentato non solo dal Ministro Guardasigilli ma da quattro direttori generali che hanno manifestato una completa disponibilità ad approfondire tutti i temi dell’organizzazione dell’Ufficio giudiziario. Gli interventi più urgenti passano attraverso un miglior utilizzo delle risorse, partendo dal grave problema logistico che rende urgente la ricerca di nuovi locali dove allocare gli archivi, l’ulteriore potenziamento dell’informatizzazione del sistema giudiziario e la riqualificazione del personale amministrativo. Investimenti importanti, tesi al miglioramento dei canali informativi per cercare di ricondurre alla “normalità” il sistema Giustizia del Circondario del Tribunale di Nola. Le richieste e le proposte dell’Avvocatura – continua il Presidente Urraro – sono andate principalmente nel senso di ottenere il massimo con le risorse esistenti e consentire un più efficiente esercizio della Giusrisdizione, attraverso un’iniezione di risorse umane ed economiche, in attesa di una soluzione strutturale non più rinviabile per pianificare l’esercizio della Giurisdizione per il futuro. L’impegno ora è di rivedersi a breve per una verifica e all’esito di un monitoraggio degli impegni assunti”.
Nel salone della Armi del Tribunale di Nola – Reggia degli Orsini si è tenuta la cerimonia pubblica alla presenza di magistrati, avvocati e dipendenti, con il Presidente Vicario della Corte d’Appello di Napoli, dott. Antonio Sergio Robustella, il Procuratore della Repubblica di Nola, dott. Paolo Mancuso, il neo Presidente del Tribunale di Nola, Dott. Luigi Picardi, il Presidente della sezione ANM di Nola, dott. Giuseppe Visone, e il Presidente dell’Ordine Forense di Nola, avv. Francesco Urraro.
Subito dopo si sono tenuti una serie di incontri, prima con i vertici della Magistratura, poi dell’Avvocatura e infine con i rappresentanti del personale amministrativo di Tribunale e Procura. Tre ore e mezza serrate, intense, che sono servite a trovare insieme la ricetta giusta: con interventi chirurgici e soluzioni ad hoc, che dovranno consentire di invertire la rotta e riportare il Tribunale di Nola all’efficienza. Il tour nei tribunali italiani, dove il servizio della giustizia civile verso i cittadini incontra le maggiori difficoltà, è iniziato in Calabria (Lamezia Terme e Vibo Valentia) ed è proseguito in Campania, prima a Vallo della Lucania e poi a Nola.
“Queste visite – ha spiegato il Guardasigilli – non sono bacchettate né tantomeno ispezioni ma vogliono semplicemente essere un contributo utile a risolvere i problemi. Tutti noi abbiamo a cuore una giustizia che funzioni bene ma per raggiungere questo obiettivo è importante che lì dove si riscontrano situazioni di difficoltà ci si incontri, si discuta e si capisca come e in che modo intervenire. Se tutte le componenti del sistema giustizia iniziano a muoversi nella stessa direzione, sono convinto che l’obiettivo condiviso di una giustizia che torni a essere un bene comune al servizio dei cittadini può essere raggiunto”.
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