Dopo 72 anni Luigi Vecchione è stato riabilitato ed è ritornato ad essere riconosciuto un membro dell’Esercito con il grado di Maresciallo Maggiore. Luigi Vecchione non ha potuto godere però di questa riabilitazione poichè defunto, il merito è stato del figlio Michele, di Nola, in provincia di Napoli, ma residente ad Alatri. Per anni, senza aiuto di esperti in materia e con immenso spirito di abnegazione e pazienza, si è battuto per ristabilire la memoria del genitore. “Mio padre è stato partigiano combattente, nel ’48 fu epurato poichè socialista – ci racconta Michele Vecchione – Mio padre ha lottato tanto per poter avere questo riconoscimento ma non è qui per poterne godere“.
Vecchione era stato collocato a riposo con il Decreto del 13 maggio 1947 e dal 30 giugno 1948 viene messo a riposo. Oltre che militare, Vecchione era anche musicista ed ha suonato nella banda dell’Esercito e sui famosi obelischi nolani, i Gigli. La morte è sopraggiunta nel 1990 e lì si è interrotta la sua battaglia contro la burocrazia e il Governo che lo avevano in pratica epurato al tramonto della Seconda Guerra Mondiale. La palla però è passata al figlio Michele che non si è arreso e per 30 anni ha combattuto per la dignità del padre. Nel 2010 una piccola svolta, Luigi Vecchione veniva riabilitato con il grado di Maresciallo Ordinario e il 28 aprile 2010 il Consiglio di Stato accoglieva il ricorso del figlio Michele, sottolineando che “Luigi Vecchione, che ha ottenuto il brevetto di partigiano il 17 maggio 1947 e in più occasioni sono provate le sue militanze politiche, viene messo a riposo ed assegnato alla banda musicale. C’erano elementi che avrebbero fatto pensare ad un supplemento d’indagine e non è irragionevole supporre che, in mancanza di altri elementi, la messa a riposo possa essere connessa ad una valutazione di carattere politico“. Conseguentemente, nel 2011, la Direzione Previdenza Militare del Ministero della Difesa accettava il ricorso del figlio Michele riliquidando la pensione del padre con il DM N. 606 EI. Un provvedimento reso però definitivo il 20 ottobre 2020, l’ultimo atto che restituisce tutto ciò che spettava a Luigi Vecchione con il grado di Maresciallo Maggiore con il Decreto Dirigenziale n.5 EI-187-2020. “Dopo 72 anni di sofferenza ho riscattato mio padre. Mi rammarica che mio padre, dopo anni di battaglie, ora non ci sia, la burocrazia italiana è arrivata dopo la sua morte, troppo tardi“, ha concluso Michele Vecchione. Stanco, triste per un riconoscimento tardivo, ma sicuramente felice per aver ridato dignità al papà.