L’edizione 2020 della Festa dei Gigli di Nola, per la prima volta dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, non si terrà. Il coronavirus ha bloccato tutti i grandi eventi e anche la millenaria kermesse si è dovuta fermare. Ma cosa c’è dietro la Festa dei Gigli? Tanta cultura, tanta fede, ma anche leggenda e curiosità storiche.
La leggenda che dà i natali è un mix di fatti storici e elementi romanzati, una narrazione che più di ogni cosa è entrata nel cuore dei nolani. Ci troviamo intorno al 410 D.C., la città di Nola viene invasa dai barbari Visigoti di Alarico che devastano la città. Gli invasori prendono prigionieri 21 nolani e il figlio di una vedova ma San Paolino, al tempo vescovo di Nola, si offre come ostaggio al posto del bambino e resta al fianco dei nolani rapiti. Arrivato in Africa (qualche fonte parla anche di Turchia) diventa il giardiniere di un re ma viene presto liberato da quest’ultimo dopo dei brutti sogni fatti una notte (probabilmente aveva semplicemente saputo del ruolo di prestigio ricoperto in patria dal vescovo Paolino). Al ritorno in patria, San Paolino venne accolto dai nolani con in testa le corporazioni locali che portavano in dono dei fiori, per l’appunto dei gigli. Ancora oggi, nella prima domenica successiva al 22 giugno (giorno in cui si festeggia San Paolino), a Nola si tiene la rituale ballata dei Gigli in suo onore: immensi obelischi lignei alti 25 metri portati a spalla da circa 120 persone. Le corporazioni, infine, hanno dato il nome alle macchine a spalla e sono 8 (Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Calzolaio, Beccaio, Fabbro, Sarto), oltre alla Barca (simbolo della Festa e del ritorno di San Paolino), una costruzione lignea più piccola.