Campionato di Promozione Campano 2014-2015, apparentemente non dovrebbe avere nulla a che fare con l’S.S. Nola 1925, e invece quest’anno la storia del calcio a Nola si intreccia con questo campionato. Dopo anni di “elemosina”, di passaggi di testimone, di porte chiuse e di pellegrinaggi verso altre strutture, il calcio nolano è tornato nella città bruniana. È strano pensare ad un calcio a Nola che non sia almeno dilettantistico (pur rispettando la Promozione, che è una categoria importante), ma è questo uno sport che non perdona, in cui spesso bisogna vendere l’anima al diavolo, in cui bisogna sporcarsi le mani e ripartire; e allora, se lo spirito è questo, benvenuta Promozione, bentonato S.S.Nola. Con il ritorno del calcio a Nola è tornato l’entusiasmo, sono tornate le famiglie allo stadio, i bambini hanno cominciato a salire i gradini degli spalti con i papà, hanno cominciato a chiedersi cosa fossero quelle casacche bianconere in quel prato verde. E allora fingiamo di essere tutti bambini, la domanda da farsi è “cos’è il Nola?”, la risposta non possono che darcela chi il Nola l’ha sempre vissuto : i tifosi.
Un mix di divertimento, passione, tafferugli, personaggi storici, è tutto questo la storia del tifo a Nola. Adulti e bambini, tutti accorrevano allo stadio e cercavano di entrarvi con qualsiasi mezzo; si poteva assistere al simpatico siparietto in cui i bambini chiedevano a sconosciuti adulti di farli entrare insieme a loro, spacciandoli per proprii figli, per risparmiare così il biglietto, altri bambini invece scorgevano tratti di partita dai buchi del cancello arrugginito dove poi un giorno sarebbe stata costruita la curva. Tra gli spalti c’erano personaggi quasi “mitici”, come “Bambiniello” e “Mille mosse”, “O’ Sicc”; quest’ultimo è ricordato soprattutto per il suo “fritto misto”, il suo repertorio di canzoni napoletane con il quale intratteneva la gente sugli spalti. “Mitologico” è invece il personaggio di Gigginiello, magazziniere del Nola, da una vita al servizio dei bianconeri.
Con l’ascesa del Nola Calcio, venivano a formarsi sempre più gruppi ultras, pronti a sostenere il team a e a difendere il nome e l’onore della città e della squadra con ogni mezzo. Già nei primi anni ’80 si registravano piccole formazioni di ragazzi che seguivano il Nola ovunque. Nell’88 nasce “Impero Bianconero”, che da un’identità al tifo nolano organizzato; infatti in pochi anni nasceranno gruppi come i Fedayn, Brigate, Rebels & Demon’s, Indians, Nasty Boys. Con l’approdo in C\1 arrivarono i confronti con squadre blasonate e i primi scontri, nacquero i primi antagonismi storici, soprattutto contro i supporters Casertani, Avellinesi e della Turris. Lo scontro con il tifo avellinese continuava spesso anche dopo la fine delle partite, vista la vicinanza con la città di Baiano, sede di un importante gruppo del tifo avellinese. L’episodio entrato nella storia del calcio nolano è sicuramente quello del 18 Aprile 1993, giorno del derby di ritorno tra Nola e Avellino; i tifosi nolani portarono al centro del campo una pecora di cartapesta, questo provocò l’ira dei tifosi avellinesi che invasero il campo e la distrussero, tuttavia subito dopo comparve tra gli spalti nolani una nuova pecora di cartapesta, lasciando di stucco i tifosi avellinesi. L’inimicizia con la Casertana cominció invece nell’anno dell’esordio in C\1, quando a Caserta fu vietato l’accesso ai vessilli nolani, mentre i supporters vennero accalcati in un angolino a fianco alla tribuna locale. La “vendetta” nolana si vide nel match di ritorno quando gli ultras nolani bruciarono vari striscioni dei supporters casertani, che risposero con una sassaiola. Il 29 Novembre 1992 invece gli ultrá nolani bruciarono lo striscione del gruppo casertano “Boys Vanvitelli” e furono costretti dalle forze dell’ordine, dopo un acceso scontro con i casertani, ad abbandonare lo stadio. Con i supporters della Turris invece i rancori cominciarono quando, nel campo neutro di Portici, i tifosi corallini rubarono lo striscione “Brigate” ai nolani. Degna di essere ricordata è comunque il gemellaggio con i tifosi della Juve Stabia in occasione di una partita di solidarietà in cui ci furono scambi di sciarpe e striscioni; tuttavia i tifosi stabiesi non incentivarono più di tanto questa situazion e, anzi, anni dopo alcuni cani sciolti stabiesi arrivarono addirittura ad aggredire dei supporters nolani. in generale, in questi anni Nola era una delle piazze più calde del Meridione, spesso si vedevano episodi di guerriglia tra tifoserie, soprattutto se venivano offesi i colori bianconeri e la città di Nola; i supporters nolani seguivano ovunque la squadra e ai calciatori e allo staff chiedevano il massimo impegno. Tuttavia nella stagione 92-93 si arrivò ad un episodio singolare : due calciatori, Rovano e Casale, furono allontanati dalla squadra per mano degli ultras, che li accusavano di scarso impegno e di denigrare il nome di Nola.
Con la discesa della squadra e con i vari fallimenti si è venuto a decimare anche il movimento ultras nolano. Il primo gruppo organizzato moderno degno di nota è “Vecchia Militanza Nola”, seguito da “Nucleo Scozia”, del 2002. Attualmente il gruppo ultras più importante è il gruppo “Essepienne”, nato nel 2008 da due gruppi, “Nolani” e “Del Nola Ultras”; altri gruppi sono “Antichi Valori”, “Cattive Abitudini”, “Ultras Nola sez. Casamarciano”e il gruppo femminile “Rosa vive”, questi ultimi tre gruppi sono perlopiù sottogruppi degli Essepienne. Il movimento ultras moderno è autofinanziato e non ha mai fatto mancare il proprio supporto al Nola Calcio.
La costante nella storia dell’S.S. Nola è di sicuro la tifoseria, Nola è una piazza calda e calorosa e merita piazze migliori. Dopo ogni caduta, dopo ogni fallimento, ciò che resta è il piacere di “uscire di casa per andare allo stadio a tifare il Nola”, ancora una volta. Ecco il calcio a Nola; ieri, oggi e domani.
di Nello Cassese
Fonte immagini : “Facebook” e “Wikipedia immagini”