Settimana importante quella appena trascorsa sul fronte europeo con l’approvazione del pacchetto sul Next Generation Eu e del Recovery Fund da parte del Consiglio dell’Unione. Il 10 Dicembre, infatti, i leader dei 27 Stati membri hanno trovato l’accordo per sbloccare le ingenti risorse economiche che verranno divise tra i vari Paesi per affrontare la crisi che la pandemia ha generato superando così le difficoltà che erano emerse dopo la minaccia di veto di Polonia e Ungheria per il dossier sullo Stato di diritto.
È bene ricordare che questo è solo uno dei tanti altri passi che devono essere compiuti per portare all’erogazione definitiva delle risorse. All’Italia sarà destinata una fetta piuttosto grande, circa 209 miliardi di euro ripartiti in 81,4 miliardi in sussidi e 127,4 miliardi in prestiti.
La prossima settimana il dibattito si sposterà al Parlamento europeo, dove però non ci dovrebbero essere sorprese. Una volta arrivato l’ok dell’Europarlamento si passerà alla fase delle ratifiche nazionali, probabilmente il passaggio più difficile da superare. Successivamente i governi dovranno inviare alla Commissione europea i Piani di ripresa e di resilienza entro fine Aprile 2021 che dovranno rispettare le rigorose le linee guida dettate dall’Europa.
Il piano italiano prevede di investire in digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità sociale, territoriale e di genere; salute.
Superata l’incognita delle ratifiche dei parlamenti nazionali con l’entrata in vigore del piano a inizio Gennaio, la prima erogazione dovrebbe arrivare in pieno 2021 o, comunque, nella seconda metà dello stesso anno. La prima tranche consisterebbe nel 10% delle risorse che per l’Italia si tradurrebbe in circa 20 miliardi.
Se sul fronte europeo la situazione è quella appena descritta, sul fronte interno la situazione è molto calda. Il premier Conte, attraverso i social, ha espresso grande soddisfazione per l’accordo raggiunto interpretando così tutto il pensiero del Governo ma non di parte della maggioranza che lo sostiene. C’è in atto, infatti, una disputa molto dura su come gestire queste risorse con il partito di Matteo Renzi che intende ridiscuterlo da capo o Italia viva vota contro la manovra. Altro attacco è arrivato da parte del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che annuncia battaglia: “I fondi Ue sono stati destinati all’Italia per recuperare il divario Nord-Sud in termini di Pil e disoccupazione, ma il governo anziché destinare il 66% delle risorse al Sud e il 34% al Nord vuole fare esattamente il contrario. Promuoveremo un incontro con tutte le altre Regioni del Sud per una risposta istituzionale forte e solleciteremo i gruppi parlamentari ad assumere comportamenti corretti”.