Il Nola 1925 di mister Zeman è sceso subito in campo dopo la vittoria a Quarto. Ospite allo Sporting la Sessana per il turno di andata delle Semifinali di Coppa Italia Dilettanti. Mister Zeman, orfano degli indisponibili Vitolo, Dell’Orfanello, Caccavallo e Costanzo, lancia Alcolino tra i pali e Chianese falso nueve, arretrando Biason in difesa. La gara si dimostra subito chiusa ma è il Nola a condurre il ritmo. La prima frazione di gara non regala particolari emozioni, il Nola attacca ma non riesce a sfondare. La rete bianconera arriva però nei primi attimi del secondo tempo. Azione sulla sinistra di Varsi al 61′, palla per Melillo che serve Filosa al centro che non può sbagliare. Passano solo 4 minuti e il Nola raddoppia, ancora una volta con Filosa: cross dalla destra di Cacciatore e ancora tap-in vincente del numero 28 nolano. Il Nola spinge e potrebbe anche raddoppiare dopo poco in due occasioni, prima con Filosa e poi con Varsi, ma in entrambi i casi l’ultima conclusione, seppur da ottima posizione, è imprecisa. Al 71′ va in scena la più vecchia legge non scritta del calcio: gol mangiato, gol subito. La Sessana approfitta di un’errata gestione della palla della difesa nolana e accorcia le distanze con Pisani jr. I bianconeri si assestano nuovamente e cercano il tris ma la palla non entra. Al Nola va quindi il primo round, palla al centro l’8 gennaio a Sessa per decretare la finalista. “Non è stata una bella partita e per la prestazione ci tengo a chiedere scusa, mi aspetto molto di più dalla squadraha affermato mister Karel ZemanMi aspetto di far divertire ma oggi non lo abbiamo fatto. In ogni caso è arrivata la vittoria ed era importante per presentarsi al ritorno con il vantaggio. Bisognerà lavorare, per migliorare la condizione ci vorrà un po’ di tempo, non si fa da un giorno all’altro, ma per ciò che dobbiamo fare in campo invece già da domani ne riparleremo e troveremo soluzioni nuove. Abbiamo già provato delle soluzioni ma evidentemente le abbiamo provate ancora troppe poche volte e dobbiamo avere più continuità. A prescindere dal mercato, noi dobbiamo pensare al nostro e al campo. Dobbiamo pensare a fare il meglio e quel che sappiamo fare. Per ognuno che va via, arriva un altro di almeno uguale valore, ma noi siamo tenuti a migliorarci giorno per giorno senza accontentarci. Oggi, ad esempio, ci siamo accontentati e sul 2-0, invece di fare il terzo gol, abbiamo incassato la rete degli avversari. Dobbiamo sempre lavorare al massimo, a prescindere da tutto“. “E’ stato bello tornare al gol ma c’è poco a cui pensare, abbiamo già la testa alla gara di domenica e al ritorno di Coppaha aggiunto Giovanni FilosaL’importante era passare avanti in questo doppio incontro e, dopo tutto quello che era successo, era importante vincere, soprattutto per la società e i tifosi che ringrazio per il loro sostegno. Non abbiamo ancora fatto nulla, ora torniamo subito al lavoro, siamo nel bel mezzo delle danze e daremo il tutto per tutto“.   IL TABELLINO Reti: Filosa 61′-65′ (N), Pisani V. Jr 71′ (S). Nola 1925: Alcolino, Caropreso (st Papa), Cacciatore, Biason, Pepe, Cozzolino, Melillo, Castagna, Varsi, Chianese (st Liccardi), Filosa. A disposizione: Angarelli, Pellino, Cavallini, Pagano, De Luca, Indiano, Setaro. Allenatore: Karel Zeman. Sessana: Scolavino, Esposito S. (st Del Giudice), Pollio, Cavaliere, Esposito V., Viglietti, Panaro, Borrelli (st Verde), Pisani V. (st Pisani V. Jr), Simonetti (st Calone), Di Martino (st D’Abronzo). A disposizione: Marra, Brasiello, De Marzo, Signorelli. Allenatore: Antonio De Stefano. Arbitro: Ruggiero di Salerno (assistenti Maffia di Agropoli e Gaeta di Nocera Inferiore). Note: ammoniti Biason per il Nola e Verde per la Sessana.
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Da poco uscita su Netflix (precisamente lo scorso 29 ottobre, ndr), la serie “Il tempo che ti do” in una sola stagione descrive le vicissitudini di una coppia che si trova al capolinea della relazione. La serie inizia proprio dalla rottura tra i  due protagonisti, Nico e Lina. Dopo un litigio, infatti, arriva la fine del loro amore dopo dieci anni. Un evento doloroso per entrambi che, per un tratto di vita, li lascia in un dolore che, agli occhi di Lina, in prima battuta sembra essere interminabile. Lina, così come accade alla fine di una relazione, finisce per curare le proprie ferite ripensando al passato. All’inizio della loro storia, al primo incontro, il primo bacio, e via via i momenti belli e quelli meno belli del loro amore. E con lo scorrere del tempo, che lenisce le ferite,  Lina riesce a vivere sempre di più il presente e a condurre la propria vita senza alcun tipo di rimpianto. Una serie emozionante.

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Il Movimento 5 Stelle ha rivotato, il quorum è stato ampiamente superato con una partecipazione più alta di due settimane fa, il risultato è stato sempre lo stesso. Il M5S ha confermato la scelta di eliminare la figura del “garante”, estromettendo di fatti Beppe Grillo dal partito che egli stesso aveva fondato. “Questa è l’onda dirompente di una Comunità che non conosce limiti e ostacoli, in cui tutti contano davvero, ora si volta pagina“: ha dichiarato il neo leader Giuseppe Conte.

Alle votazioni dell’Assemblea hanno votato 58.029 iscritti, ovvero il 64,90% degli aventi diritto, su 89.408. Secondo i dati che sono stati diffusi dal M5s, sono quasi 4000 gli iscritti in più che hanno preso parte alla seconda votazione. Dopo il ricorso di Grillo erano state messe nuovamente in votazione alcune modifiche statuarie: ruolo del Presidente, ruolo del Garante, proposte relative al Comitato di garanzia e al Collegio dei probiviri, modalità di votazione per le stesse modifiche statutarie e la modifica del simbolo.

I risultati hanno dato nuovamente a Conte. Grillo, invece, è uscito di scena con uno dei suoi colpi. Sul suo profilo X l’ex leader pentastellato ha pubblicato una immagine modificata sua nei panni di Jim Carrey nella scena finale di “The Truman Show” con la frase finale del film “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte“. La politica, ora, attende le sue prossime mosse, al di fuori però del Movimento 5 Stelle.

 

 

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La violenza  scuole italiane è sempre più diffusa. Cerchiamo però di capire le ragioni di questa situazione, ogni giorno più preoccupante. Pallini di gomma sparati in faccia a un docente, un pugno all’insegnante sferrato dal patrigno di una ragazza per una nota, botte a una docente di sostegno e a una dirigente scolastica, insulti, minacce, atti di bullismo. Un fenomeno in crescita e difficile da comprendere.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ammette l’emergenza e promette sanzioni e lavori socialmente utili per gli studenti che non rispettano le regole. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, i licei costretti a convocare le famiglie sono aumentati fino all’80%. Si abbassano i voti in condotta, si moltiplicano le sospensioni dalle lezioni, le richieste di risarcimento alle famiglie per i danni causati agli arredi e anche le richieste di aiuto dei servizi sociali.

In 1 istituto su 5 è intervenuta la polizia. Ma che cosa è successo nel nostro sistema scolastico? Il primo anello debole della catena che si è rotto è sicuramente l’alleanza tra scuola e famiglia: i genitori tendono a declassare gli atti gravissimi compiuti dagli studenti considerandoli “ragazzate”. Nella pratica si è rotto il patto di fiducia tra insegnanti e famiglie. Se si pensa  alla professoressa di Rovigo colpita da pallini sparati dai suoi alunni, ad esempio, si nota che nessuno dei genitori si è scusato per la condotta tenuta dai  propri figli. Gli stessi colloqui con i docenti, spesso, finiscono  in discussioni accese, in cui il genitore prende le parti del figlio. Ma è anche vero che molti ragazzi ripetono in aula quello che vedono accadere in famiglia: rutti a tavola, parolacce, bestemmie, schiaffi. Chi ha alle spalle famiglie in situazioni di disagio fatica a vedere la scuola come una possibilità, anzi la vede come un’imposizione. Ma lo stesso vale anche chi ha una famiglia non in situazioni definite di disagio.

Gli insegnanti appaiono spesso vittime di un sistema scolastico che non funziona che non sa più leggere i bisogni degli studenti. Spesso le azioni violente che si verificano nelle scuole vengono filmate con il cellulare. Manca persino un linguaggio comune per capirli. Molti ragazzi  ripetono spesso parole come “infame” e “abuso” e sognano, da grandi, di volere tanti “soldi”. La scuola non è più ritenuta un luogo di realizzazione personale, ma è solo un obbligo. Gli studenti vedono quanto un insegnante e perchè prende 1500 euro al mese lo considerano uno “sfigato”.

Ma cosa fa la politica? Il lavoro di promozione dei giusti valori non ha dato buoni frutti. Il futuro prossimo ora preoccupa e non è una follia pensare che chi ha i soldi sceglierà ben presi di istruire i figli con l’educazione parentale servendosi di insegnanti privati.

Il ministro Giuseppe Valditara, di recente, ha introdotto una tutela più efficace nei confronti degli insegnanti e degli stessi ragazzi, attraverso nuove norme su comportamento, sospensioni e indennizzi. Questo pacchetto legislativo è contenuto in un Ddl approvato in via definitiva dalla Camera. Cosa prevede? Vediamolo insieme:

  • Per gli studenti di quinto anno l’elaborato in materia di cittadinanza attiva e solidale dovrà essere trattato in sede di colloquio all’esame di Stato.
  • Il voto sul comportamento inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di maturità, il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico può essere attribuito solo se il voto di comportamento assegnato è pari a nove (in sede di scrutinio finale è il consiglio di classe ad attribuire il punteggio per il credito scolastico maturato nel secondo biennio e nell’ultimo anno fino ad un massimo di quaranta punti). Alla primaria la valutazione del comportamento degli alunni è espressa dai docenti con un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione.
  • Per quanto riguarda la normativa relativa all’allontanamento degli studenti dalla scuola per un periodo non superiore a quindici giorni. L’alunno, inoltre, sarà coinvolto in attività scolastiche, assegnate dal consiglio di classe, di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare, che si concluderanno con la produzione di un elaborato. Se la sospensione dura più di due giorni, gli studenti coinvolti dovranno essere impegnati in attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche. Tali attività, se deliberate dal consiglio di classe, possono proseguire anche dopo il rientro in classe.
  • Si introducono anche sanzioni per chiunque aggredisca personale scolastico. Con la sentenza di condanna per i reati commessi in danno ad un dirigente scolastico o un membro del personale docente-scolastico, a causa o nell’esercizio delle sue funzioni, è sempre ordinato, oltre all’eventuale risarcimento dei danni, il pagamento di una somma da euro 500 a 10mila euro in favore della scuola.
  • Altra novità è il ritorno dei giudizi sintetici alla primaria che affiancano la descrizione del percorso dei bambini.
  • Il voto numerico continuerà ad applicarsi sia alle secondarie di primo grado che a quelle di secondo grado.
  • Alle superiori sarà obbligatoria anche la valutazione intermedia di metà anno.

Felice la relatrice del disegno di legge, Grazia Di Maggio, deputata di Fratelli d’Italia, che ha detto: “l’approvazione segna un passo in avanti importante nel progetto di riforma della scuola. Con il ritorno ai giudizi sintetici, l’attenzione al valore del voto in condotta, il divieto dell’uso dei telefonini, il welfare per i docenti e l’assicurazione gratuita per insegnanti e studenti“.

Soddisfatto anche il ministro Valditara: “E’ un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti. L’obiettivo è sostenere il lavoro quotidiano dei docenti e di tutto il personale scolastico perché ai giovani siano chiari non solo i diritti ma anche i doveri che derivano dall’appartenere a una comunità, a iniziare dal dovere del rispetto verso l’altro“.

Contraria, invece, l’Opposizione che boccia i contenuti del provvedimento tacciando il Decreto come sostenitore di una gestione dell’istruzione “chiacchiere e distintivo”.

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I risultati dei test Invalsi del 2024 mostrano una riduzione della percentuale di dispersione scolastica, sia implicita che esplicita. Nello specifico, la dispersione implicita (ovvero quella che riguarda gli studenti che completano il proprio percorso di studi senza però aver raggiunto le competenze di base adeguate) si attesta al 6,6%: un dato importante perché il suo valore è il più basso mai registrato a livello nazionale. I dati di cui dispone il Ministero sono in direzione opposta rispetto a quelli presentati dal Rapporto Svimez, che fanno riferimento evidentemente a uno studio del MIM del 2022. Lo attesta il Ministero dell’Istruzione e del Merito in una nota ufficiale.

A parlare di dispersione scolastica è anche la sottosegretaria Paola Frassinetti che ha evidenziato il raggiungimento di un minimo storico per la dispersione scolastica in Italia, scesa al 9,4% nel 2024. Il dato anticipa il raggiungimento dell’obiettivo del 10,2% fissato dal PNRR per il 2026.

Proprio per aiutare ragazzi, docenti e famiglie, a combattere il fenomeno della dispersione scolastica e ridurre i divari formativi e lavorativi tra i giovani che vivono in diverse aree del Mezzogiorno, il Ministero ha varato il programma Agenda Sud: uno strumento che, tramite le risorse stanziate, punta tra l’altro a estendere alle Secondarie di I grado la presenza dei docenti tutor per favorire, anche attraverso una didattica innovativa, la personalizzazione dell’apprendimento, costruendo una scuola che sappia offrire percorsi di successo a tutti gli studenti, senza differenze territoriali.

Sul PNRR sono stati adottati quattro decreti nel 2023 e 2024 a favore degli Istituti Tecnologici Superiori, con uno stanziamento di 1,3 miliardi complessivi con una spesa di oltre 400 milioni. Sono stati finanziati 1.542 laboratori e 1.540 percorsi formativi di V e VI livello. I percorsi di orientamento sono 67.719 e 3.781 i percorsi di formazione dei docenti ed esperti ITS. Le risorse impegnate dal Ministero sono oltre l’88%, quelle liquidate e spese dagli ITS il 30%. La riforma 4+2 degli Istituti tecnici e professionali, con programmi aggiornati e un forte legame con il mondo del lavoro, rappresenta una soluzione innovativa per valorizzare i talenti e ridurre il divario tra formazione e occupazione.

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Negli ultimi mesi l’Italia sta vivendo un preoccupante aumento delle aggressioni nei confronti del personale sanitario, ma anche di quello scolastico. Gli episodi di violenza su docenti e collaboratori scolastici sono aumentati del 111%, con una media di un’aggressione a settimana e sono commessi sia da parte degli studenti che di molti genitori che si ritengono insoddisfatti. Episodi che spesso nascono per motivi futili e che sono segno di inciviltà e di una pessima educazione ricevuta. Si stima che tra il 2023 e il 2024 sono state 133 le denunce presentate.

Il mese scorso un insegnante di Storia dell’Arte di un istituto della periferia di Milano, di 48 anni, è stato preso a calci ed ha riportato una frattura del naso semplicemente per aver chiesto ad uno studente di spegnere la musica che stava ascoltando sul suo cellulare, in classe, durante una lezione. A Taranto e Lucera i rispettivi dirigenti scolastici sono stati picchiati da genitori scontenti delle decisioni prese su questioni disciplinari e/o organizzative. Tra gli episodi più gravi accaduti ci sono quello dell’accoltellamento di una docente a Varese, da parte di uno studente di 17 anni, che lo riteneva responsabile della sua bocciatura, e quello di una “spedizione punitiva” da parte di un gruppo di 30 genitori ai danni di un’insegnante di sostegno, a Castellammare di Stabia, accusata sui social ingiustamente e in modo infondato di molestie sessuali da una madre. Ancora, sempre in provincia di Napoli, un collaboratore scolastico è stato preso a botte per aver proibito ad un genitore di parcheggiare in uno dei posti riservati al personale scolastico.

Le istituzioni, allarmate da tutte queste situazioni, stanno cercando di rispondere a questa emergenza con misure più severe, come le leggi che inaspriscono le pene per chi aggredisce il personale scolastico e il ripristino del voto di condotta, che ora ha un impatto diretto anche sull’ammissione agli esami. Inoltre, è stata proposta l’istituzione di un Osservatorio nazionale per monitorare il fenomeno e promuovere iniziative di sensibilizzazione. Tuttavia, resta necessario un impegno congiunto tra scuole, famiglie e istituzioni per ricostruire un clima di rispetto e sicurezza nei contesti educativi.

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Raggiungere la libertà economica è un obiettivo ambizioso ma realizzabile, a patto di adottare alcune abitudini finanziarie fondamentali. Queste abitudini ti permettono di gestire meglio le tue risorse, risparmiare in modo strategico e costruire un futuro finanziariamente stabile.

Perché le abitudini finanziarie sono importanti?

Le abitudini finanziarie sono il fondamento di una gestione consapevole del denaro. Non si tratta solo di risparmiare o evitare sprechi, ma di sviluppare un approccio strategico che ti consenta di raggiungere i tuoi obiettivi a lungo termine.

Adottare buone abitudini significa:

  • Creare una solida base economica;
  • Ridurre lo stress legato alle finanze;
  • Prepararsi agli imprevisti;
  • Accumulare risorse per investimenti futuri.

Le 5 abitudini finanziarie essenziali

Stabilisci un budget mensile

  • Un budget ti aiuta a tenere sotto controllo le tue entrate e uscite. Suddividi le spese in essenziali, discrezionali e risparmi, e assicurati di rispettare i limiti che ti sei imposto.

Risparmia regolarmente

  • Anche piccole somme messe da parte ogni mese possono fare una grande differenza nel tempo. Automatizza i tuoi risparmi per renderli una priorità.

Evita i debiti inutili

  • Usa il credito in modo responsabile e cerca di evitare debiti che non apportano valore al tuo futuro finanziario. Se hai debiti, crea un piano per estinguerli il prima possibile.

Investi nelle tue conoscenze finanziarie

  • Migliorare la tua educazione finanziaria ti permette di prendere decisioni più consapevoli. Leggi libri, segui corsi o consulta esperti per approfondire le tue competenze.

Pianifica per il lungo termine

  • Non concentrarti solo sul presente: pensa agli obiettivi futuri, come la pensione, l’acquisto di una casa o la costruzione di un fondo di emergenza.

Vuoi saperne di più?

Se desideri approfondire il tema della libertà finanziaria e economica e scoprire strategie pratiche per raggiungerla, approfondisci con la nostra guida. Troverai una guida completa per costruire un piano finanziario efficace e ottenere l’indipendenza economica.

Conclusione

Le abitudini finanziarie sono il motore del tuo successo economico. Inizia a implementarle nella tua vita quotidiana e vedrai come, passo dopo passo, ti avvicinerai sempre di più alla libertà economica. Ricorda, la costanza e l’impegno sono le chiavi per trasformare i tuoi sogni in realtà.

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Accogliamo spesso le dediche dei lettori e, di solito, sono messaggi di auguri per eventi felici. Questa volta colgo io l’occasione per lasciare un messaggio, nonostante non sia un lettore ma il proprietario e il direttore di questa testata. E, purtroppo, lo faccio in un’occasione nefasta.

A Dio Davide D’Alessandro.
Una delle poche persone a cui mi sia ispirato per il mio ruolo da giornalista e tra le pochissime persone che sin da subito mi hanno detto “non ti preoccupare, nonostante tutto, prendila questa strada”. In questi casi le parole mancano sempre, anche a chi con le parole ci lavora ogni giorno. Felice di quanto condiviso, orgoglioso di aver potuto inserire la sua esperienza nella mia prima tesi di laurea. I rimorsi e i dispiaceri me li tengo per me, in intimità e in forma di rispetto, soprattutto per il mio amico Nicola e la famiglia che, così come lui, sono stati composti fino alla fine. Se ne va un uomo perbene, retto, serio, oltre che un giornalista d’altri tempi. In questo marasma che è il web, in cui siamo inondati di stimoli vuoti e insulsi, spero di poter utilizzare questo strumento per lasciare un ricordo indelebile di un uomo che meritava di avere traccia. Non so se sia il modo giusto e sia vero che il digitale oggi riesca a creare ponti oltre lo spazio e il tempo.
Me lo chiedo e, nel massimo rispetto, sperando che in qualche modo possa arrivare altrove, ora dico: grazie Signor Davide!

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Il noto pittore Francesco Guadagnuolo, residente ai Castelli Romani, ha realizzato due dipinti per sensibilizzare ciò che sta accadendo ai Laghi di Nemi e Castel Gandolfo nel Lazio. I Laghi dei Castelli Romani, di Castel Gandolfo e Nemi, rischiano l’estinzione, stando ad una relazione amministrativa dell’ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane). Una condizione che è stata riferita, ultimamente, nell’interesse della Nazione con un servizio, divulgato il 14 agosto 2024, dal geologo Mario Tozzi sul quotidiano ‘La Stampa’. I due importanti laghi che hanno una grande storia, in passato, sono stati visitati spesso da Papi e Imperatori – asserisce Tozzi – attualmente risultano “sull’orlo del collasso”.

Il Maestro Guadagnuolo, sempre attento alla salvaguardia dello stato naturale e dell’ambiente, ha pensato bene di realizzare due opere pittoriche per focalizzare subito il problema ed invitare a chi di dovere ad intervenire subito e non arrivare com’è successo alla perdita del Lago di Pergusa (prov.  di Enna), in Sicilia, terra di origine di Guadagnuolo, il quale con un dipinto, l’ha voluto recentemente segnalare. Nei dipinti di Guadagnuolo il Lago di Nemi e Castel Gandolfo sono al centro del paesaggio, fa risaltare la resa atmosferica, infatti, la luminosità riporta qualunque tratto del luogo in uno scenario impegnato di natura e di bellezza.

Il lago di Castel Gandolfo, negli ultimi 12 mesi, è sceso in modo drammatico di livello, di oltre 50 centimetri.  Guadagnuolo ci va vedere un’atmosfera nostalgica i cui contrasti sono affievoliti e impiegati nel tratto centrale del paesaggio. La luce adagia ogni porzione dell’ambientazione. Delicate ombre sono create per dare una certa dinamicità. Le colline che contengono il Lago plasmano una sorta di angolatura prospettica che dirige la veduta in profonda-interiorità. Altresì la prospettiva aerea consente di produrre la percezione di allontanamento.

É un dipinto dalla dimensione rettangolare con profili diradati che catturano la luce abilmente. L’incanto dell’effigiato si espande dalle alternanze di morbidezze e attività percepibili nelle forme contenute e nelle rappresentazioni esposte. Lo splendore sensibilizzante del creato arriva ad assorbire i momenti diurni e notturni, rallentando l’iter naturale della realtà. Oltre a ciò, gran parte del dipinto è rivolto alla raffigurazione del cielo nell’alba del nuovo giorno.

Per quanto concerne il Lago di Nemi, negli ultimi tre anni il livello del lago è sceso di 2 metri e si sono persi 9 milioni di metri cubi di acqua, infatti, Guadagnuolo ci fa vedere un ambiente malinconico e appartato anteponendo le segrete luminescenze della tarda serata per dare un’apparizione poetica del paesaggio. Egli prepone luci meno decise, modulazioni lievi e particelle interiori del paesaggio.

Individuiamo il chiarore del calare del sole di un Lago di cui non sappiamo quale sarà il suo futuro. I tratti vermigli impiegati per raffigurare il cielo ci lasciano uno stato d’animo inquieto pensando cosa si poteva fare prima e cosa si può fare adesso per salvarlo. La visione del Lago si abbandona, quasi stemperandosi con il cielo smarrendosi attorno al cratere del Vulcano. Guadagnuolo con questa interpretazione particolare rimanda un’apparenza del creato nella sua non dimenticata magnificenza.

Nei due Laghi dipinti da Guadagnuolo si scorge l’incognito del tempo, la condizione di un futuro differente a ciò che stiamo assistendo. Ma quale sarà il futuro? La natura ha un suo corso, a differenza dell’essere umano, ha la prerogativa di conservarsi di continuo, senza mai sparire, solo la mano dell’uomo riesce a far morire la natura.

Le due opere sono caratterizzate da colori tenui, armonizzati, per fare uscire ogni splendore dei Laghi, cercando in tutti i modi di fare il possibile per tutelarli, quasi vien voglia d’immergersi all’interno dell’opera per viverla di ogni contenuto tramandando un sentore di pacatezza ed estasi. Attraverso la sua opera Guadagnuolo ci espone la necessità di intervenire con l’aspirazione di perdurare esaurientemente, prima che sia troppo tardi: “salvare i Laghi di Castel Gandolfo e di Nemi”. È molto malinconico considerare come in zone così meravigliose e leggendarie ci sia questo drammatico pericolo della perdita dei Laghi, così ricchi di passato e mito che fanno parte della risorsa del patrimonio naturale dell’Italia.

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