Un omicidio, che definire assurdo sarebbe riduttivo, si è consumato all’alba di domenica nella zona delle grandi discoteche del litorale di Coroglio, a Napoli, dove si concentrano molti dei locali della movida partenopea che si affacciano sul mare. “Ago”, come lo chiamavano gli amici, era un giovane di quasi 28 anni che vedendo una ragazza in difficoltà aveva deciso di intervenire per sottrarla ai maltrattamenti di un bullo e dei suoi amici. Il faccia a faccia tra lui e gli altri ragazzi era terminato con il classico “ti aspetto fuori” e tutto sembrava essersi risolto lì. Poche ore dopo, invece, intorno alle 5 del mattino il coraggio di un ragazzo che aveva mostrato una grande umanità nei confronti di una persona in difficoltà si è scontrato con la brutalità di giovani senza scrupoli che, pistola alla mano e secondo una dinamica ancora tutta da ricostruire, lo hanno aspettato fuori dal locale. A quel punto la tragedia, Agostino Di Fiore è stato ammazzato con un colpo al torace e il suo corpo è stato ritrovato in un’auto finita contro un muro, probabilmente a causa di un inseguimento. Agostino era di Scampia, aveva qualche piccolo precedente ma non aveva nessun contatto con gli ambienti della malavita organizzata.
Già nella tarda mattinata di Domenica i carabinieri hanno individuato un ventenne del Pallonetto di Santa Lucia che sarebbe legato al clan Elia. Per lui nella stessa serata è stato disposto il fermo. Le indagini sono in continua evoluzione, da chiarire se il diverbio tra Di Fiore e il suo assassino sia scoppiato già all’interno della discoteca o se il solo gesto di intromettersi in un alterco tra sconosciuti gli sia costato la vita.