Mal comune, mezzo gaudio: le eliminazioni di Roma e Juve dalla Coppa Italia hanno “distratto” l’ambiente, ma c’è una partita da analizzare, una sconfitta da rileggere, motivi da individuare per giustificare una prestazione deludente. Ancelotti non salva nessuno, dopo il ko di Milano. Tutti sotto accusa, è stato un crollo collettivo che conferma una vecchia sensazione: il Napoli non ha veri campioni, nessuno è in grado di brillare da solo, decidendo la partita con un guizzo. Servirà sempre l’atteggiamento giusto, e collettivo, per rincorrere i propri obiettivi. Sfumata la Coppa Italia, blindata la Champions League (la distanza col quinto posto è di quattordici punti), resta l’Europa League da onorare, l’unica vera competizione alla portata del Napoli. Si ripartirà dai sedicesimi, si giocherà contro lo Zurigo, sarà un percorso tortuoso ma il Napoli ha la rosa per arrivare fino in fondo e, soprattutto, l’allenatore giusto per riportare un trofeo europeo a casa dopo trent’anni.
FLESSIONE – Le difficoltà difensive, il calo fisico di alcuni, la scarsa vena realizzativa degli attaccanti, lo show di Piatek. Ognuno scelga la propria chiave di lettura, sono tutte coerenti e attuali. Il Napoli ha perso col Milan perché non c’era con la testa, col gioco, con le intenzioni. Ha regalato due gol e poi s’è limitato ad un innocuo possesso palla assecondato dall’atteggiamento del Milan di Gattuso, l’allievo che per una notte ha superato il maestro. La città s’interroga, all’indomani della prima vera delusione stagionale, ma Ancelotti è sereno, sa bene che in ogni stagione s’annidano difficoltà dalle quali s’emerge solo col lavoro. E le idee chiare. Ne ha tante, il Napoli, pronto a rialzarsi già sabato, quando al San Paolo arriverà la Sampdoria di Quagliarella. L’ex più atteso che segna sempre contro la sua squadra del cuore. Una cinica abitudine.
MERCATO CHIUSO – Alle ore 20 il gong definitivo, cosa resta del mercato – Rog al Siviglia, Vinicius al Monaco – è palese nella prova di Allan, durata appena quarantacinque minuti. Per Ancelotti, che l’ha sostituito all’intervallo col Milan, s’è trattato di semplice cambio tattico. Per chi lo conosce, e lo ha ammira da anni, il fantasma del Psg era ancora presente nella mente e nel fisico del brasiliano, che non era al top della forma e ha pagato l’allettante insistenza di voci che lo hanno coinvolto in prima persona. Tornerà a ruggire, lo farà presto, accadrà quando il mercato sarà solo un ricordo e Parigi rimarrà una città splendida che l’ha sedotto e abbandonato.
[Foto Sky Sport]