Le attività d’indagine, iniziate nel 2016, scaturiscono da una serie di accertamenti su 3 fratelli residenti in provincia di Napoli ritenuti essere ricettatori di beni d’arte.
La Procura della Repubblica del capoluogo campano, concordando risultanze investigative del nucleo TPC, ha delegato perquisizioni a carico degli indagati. Atti d’indagine che hanno permesso non solo di rinvenire e sequestrare numerosi reperti archeologici, beni ecclesiastici e antiquariali di illecita provenienza ma anche di rinvenire queste rare opere letterarie, di notevole valore storico, archivistico e culturale perché facenti parte del “Fondo Brancacciano” il quale conta più di 100 mila opere librarie di epoche comprese tra il 1500 ed il 1900 e che è stato acquisito dalla Biblioteca Nazionale negli anni 1920-1930.
La comparazione dei dati descrittivi e fotografici dei beni librari sequestrati con quelli contenuti nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal TPC e i contestuali accertamenti documentali condotti con funzionari del Ministero per i beni e le attività culturali hanno confermato la riconducibilità dei tomi alla Biblioteca Nazionale di Napoli.
L’importante evento testimonia ancora una volta come grazie alla collaborazione tra il Comando TPC e gli organi centrali e periferici del MiBAC è possibile anche a distanza di anni recuperare opere ormai ritenute perdute, ricollocando così al posto giusto quel tassello mancante per ricostruire percorsi storici, culturali e sociali di un territorio e rendendoli nuovamente fruibili alla collettività.
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A Napoli, nella Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, i carabinieri hanno riconsegnato 8 volumi del XVIII secolo relativi alla storia degli imperatori romani sottratti dalla Biblioteca prima degli anni ’90. Presenti alla cerimonia di riconsegna del 23 settembre scorso il Direttore dottor Francesco Mercurio e del Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli Capitano Giampaolo Brasili
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