Una rapina finita male, un carabiniere uccide un 15enne, a Napoli si scatena la reazione furiosa. È successo nelle prime ore dell’1 marzo: un carabiniere fuori servizio è sul Lungomare con la fidanzata, viene avvicinato da due giovani armati di pistola (poi rivelatasi giocattolo), gli intimano di consegnargli il telefonino, la situazione degenera e il carabiniere spara. Il 15enne muore e, saputa la notizia, i parenti si recano al Vecchio Pellegrini dove però reagiscono aggredendo un membro del personale e sfasciano tutto ciò che gli capita attorno nel pronto soccorso. Nei pressi dell’entrata della caserma Pastrengo, invece, poco dopo vengono esplosi alcuni colpi di pistola da due giovani in scooter. L’opinione dei parenti e degli amici è quella che a sparare contro il 15enne Ugo Russo sia stato un uomo con chiara volontà di uccidere, aprendo il fuoco con diversi colpi al torace ed alla testa.
La ricostruzione del carabinieri
I militari dell’Arma, nelle ore immediatamente successive, hanno fatto una prima ricostruzione dell’accaduto. Nella tarda serata del primo marzo, nel quartiere di Santa Lucia, un 15enne, armato di pistola e con il volto nascosto da scaldacollo e casco, giunto in via Generale Orsini con uno scooter assieme a un complice, ha tentato di rapinare l’orologio a un 23 enne, che si trovava a bordo della propria auto in compagnia di una ragazza. La vittima, carabiniere in servizio in provincia di Bologna, sotto la minaccia dell’arma puntatagli alla tempia, dopo essersi qualificato, ha esploso tre colpi con la pistola d’ordinanza, ferendo il 15 enne, che è poi morto poco dopo in ospedale, dove poi il personale ha trovato addosso al cadavere un altro orologio provento di una precedente rapina.
Nelle scorse ore la Procura per i Minorenni di Napoli ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di un 17enne, ritenuto responsabile e complice della tentata rapina. Il provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli. Le indagini sono in corso, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, con il Pubblico Ministero che è intervenuto sul posto, e affidate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli.