È arrivata la stagione dei rimpianti: è l’estate che non ti sei goduto appieno, è l’autunno arrivato troppo in fretta, è l’inverno in cui ti sei solo lamentato, è la primavera volata via coi suoi buoni propositi, è il Napoli che s’è accorto di aver sprecato qualche mese e la Champions, se andrà tutto bene, potrà ritrovarla solo nella stagione 2021/22, perché con Gattuso le cose vanno alla grande. Eppure non basta per rimediare agli errori del passato.
RIMPIANTO Non esiste un solo colpevole, facile dire Ancelotti, l’errore è stato anche di De Laurentiis. Lo ha ammesso proprio lui, doveva cacciarlo la scorsa estate, non l’ha fatto e poi se n’è pentito. Ma in campo ci vanno i calciatori e sono stati (anche) loro gli artefici del crollo; pochi punti in troppe partite, lo scudetto sfumato e l’Europa distante, l’ammutinamento e il caos, la ribellione e il disordine di uno spogliatoio rimesso in riga da Gattuso, un allenatore un amico e, volendo, anche un complice, quando serve, senza mai oltrepassare il limite del rispetto. Ricordando ognuno i propri ruoli. Ora il Napoli brilla e corre, le vince tutte o quasi, sarebbe secondo nel girone di ritorno, è un’altra squadra rispetto al 2019 eppure è sempre la stessa, gli stessi interpreti ma con un volto nuovo: oggi sorridono, ieri obbedivano.
CHAMPIONS Addio Europa, quella dei grandi, non c’è più tempo e i 14 punti dall’Inter sono un divario enorme; però c’è quella attuale, il Barcellona l’8 agosto alle 21 (ora è ufficiale) e poi, eventualmente, il Bayern, che ha un triplo vantaggio rispetto al Chelsea. Nel caso, ci sarebbe la Juve in semifinale (o il Lione, o il Real, o il City). È andata meglio all’Atalanta, nella parte opposta del tabellone delle final eight di Lisbona. Un traguardo oggi effimero, una dolce illusione, un sogno proibito. Ma è pur sempre calcio.