Maria Francesca ha 6 anni, due grandi occhi castani, capelli lunghi, un’irrefrenabile passione per il rosa e gli unicorni ed è bravissima a disegnare. Tuttavia, fino alla scorsa settimana la sua vita era piena di limitazioni. A causa di una rara patologia polmonare, la piccola non poteva correre, salire le scale o semplicemente giocare con i suoi amichetti. Le continue infezioni ai polmoni, le frequenti difficoltà respiratorie e la tosse le impedivano una normale quotidianità.
A cambiare il corso della sua storia è stata l’equipe della Chirurgia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, capitanata dal professor Ciro Esposito, che l’ha sottoposta ad un complesso intervento, una “lobectomia polmonare destra per via toracoscopica”, che consiste nella rimozione del lobo polmonare infetto attraverso un toracoscopio inserito tramite una piccola incisione cutanea.
«Maria Francesca era affetta da una sindrome del lobo medio – spiega il professor Ciro Esposito – una condizione clinica in cui progressivamente il lobo medio del polmone, in questo caso il destro, subisce un riassorbimento dell’aria presente al suo interno, fino ad un vero e proprio “schiacciamento” e alla perdita della sua funzione ventilatoria. All’interno del lobo non funzionante e del relativo bronco si accumulano secrezioni infette e tutto questo causa continue e sempre più gravi infezioni respiratorie».
L’intervento effettuato è ritenuto tra i più complessi nell’ambito della chirurgia pediatrica, sia per la precisione e l’abilità tecnica di cui necessita, sia per l’alto rischio intraoperatorio che comporta. Non a caso è stato necessario un lavoro multidisciplinare con il coinvolgimento di una equipe internazionale.
«Negli ultimi anni abbiamo costituito a livello internazionale un team di chirurghi pediatri, di cui ho l’onore di far parte – prosegue Esposito – Collaboriamo in diverse città europee per risolvere con tecniche mini-invasive patologie e casi complessi come quello di Maria Francesca. In questo caso, erano al nostro fianco il dottor Steve Rotehnberg, Chirurgo Pediatra di Denver (USA) ed il dottor Andrea Conforti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma».
Un intervento caratterizzato anche dall’elevatissima tecnologia. È stata infatti utilizzata la fluorescenza con indocianina green e la tecnologia ad ultrasuoni per la sintesi dei tessuti.
«Grazie all’iniezione vascolare del verde indocianina – conclude Esposito – siamo riusciti ad evidenziare facilmente i vasi polmonari che irroravano il lobo medio e sintetizzarli con la nuova tecnologia di sintesi tissutale ad ultrasuoni introdotti attraverso delle piccole cannule da 3 millimetri e per chiudere il bronco medio infetto abbiamo utilizzato delle suturartici automatiche del diametro di 5 millimetri».
Le sale operatorie della Chirurgia Pediatrica federiciana sono, infatti, le più moderne in Italia, ed è possibile offrire ai pazienti diverse tipologie di approccio: dalla laparoscopia alla toracoscopia, con particolare attenzione all’endourologia con il supporto della tecnologia laser, della robotica e persino della realtà virtuale.
La Chirurgia Pediatrica dell’AOU Federico II è inoltre centro di Riferimento Regionale di Chirurgia Mini-Invasiva e Robotica Pediatrica e grazie anche alle avanzatissime tecnologie sta progressivamente invertendo il flusso della migrazione dei pazienti pediatrici. Solo negli ultimi mesi, infatti, sono stati oltre 50 i pazienti che da altre regioni sono venuti proprio a Napoli per essere operati presso la Chirurgia Pediatrica federiciana.
Un successo che conta su un’equipe collaudata di cui fanno parte il team chirurgico Maria Escolino, Mariapina Cerulo, Fulvia Del Conte, Vincenzo Coppola. L’equipe anestesiologica, diretta dal prof. Giuseppe Servillo, e composta da Giuseppe Cortese e Nino Di Fuccia, gli infermieri di sala operatoria e di reparto ed il fisioterapista Paolo Buonpensiero che ha permesso a Maria Francesca di riprendere la perfetta funzionalità respiratoria e di tornare rapidamente a casa dopo l’intervento.
«Quando le elevate tecnologie si uniscono ad equipe multidisciplinari di grande competenza ed esperienza e si riesce a dare un risultato così importante per il percorso di vita di una paziente e della sua famiglia non si può che essere orgogliosi e stimolati a lavorare sempre in piena sinergia per offrire ai pazienti della Regione Campania, e non solo, le migliori e più efficaci risposte assistenziali», sottolinea Giuseppe Longo Direttore Generale dell’AOU Federico II.
Maria Francesca è tornata a casa, ma prima di lasciare la sua stanza nel reparto ha voluto consegnare personalmente un bellissimo disegno a chi le ha cambiato la vita, con una grande scritta di colore rosso: «Ti voglio molto bene Prof. Esposito».