Importante operazione dei Carabinieri nelle scorse ore in contrasto al clan di camorra dei Di Lauro ed ai suoi fiancheggiatori. I Carabinieri del ROS e del Reparto Operativo di Napoli hanno infatti dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 indagati, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli. Gli arresti sono scattati in seguito ad indagini della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di soggetti ritenuti affiliati al clan dei Di Lauro o appartenenti a clan alleati, come la Vinella Grassi, che si sono adoperati a commettere delitti per conto dei Di Lauro.
Le attività di indagine – fondate su dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni ed un’ampia messe di riscontri – hanno consentito di ricostruire l’organigramma del clan attuale e, soprattutto, l’evoluzione del ruolo di Marco Di Lauro, catturato il 2 marzo scorso dopo quasi 15 anni di latitanza, nonché l’articolazione militare, ed in parte economica, con il riciclaggio dei proventi illeciti.
Si tratta dello sviluppo di indagini svolte negli scorsi anni – in parte già definite con processi e sentenze – che confermano l’attuale operatività del clan e la sua capacità di influenzare le dinamiche della camorra, spesso intervenendo attraverso gruppi satelliti o alleati. È inoltre la dimostrazione della capacità dei Di Lauro di diventare un gruppo con forti proiezioni internazionali che ha scelto di diversificare i settori di interesse, senza abbandonare il traffico di stupefacenti ma privilegiando gli interessi originari, come la produzione di prodotti con marchio contraffatto e il contrabbando. In questo modo il clan si è dedicato a reimpiegare la fortuna accumulata in tanti anni di camorra in affari leciti o in affari illeciti a bassa intensità, ritornando in qualche modo alle origini, sulle orme dei traffici del boss storico Paolo Di Lauro prima dell’esplosione del business delle piazze di spaccio dell’area nord di Napoli.
In questa gestione poco appariscente sul piano militare – ma che non esclude il ricorso mirato alla violenza come dimostra l’agguato ai danni di Pasquale Spinelli del 7 giugno 2012 – emergono figure come quella di Salvatore Di Lauro e di Salvatore Tamburrino che hanno creato un reticolo di interessi illeciti non facilmente riconducibili al clan, che vanno dal welfare criminale fino ai variegati affari criminali nel campo delle truffe assicurative ed i cosiddetti ‘cavalli di ritorno’ ma, soprattutto, una straordinaria ragnatela di appoggi che ha consentito, sino a tre mesi fa, di sostenere il peso di una latitanza ultradecennale come quella di Marco Di Lauro.