Storie inquietanti, racconti che fanno rabbrividire. Sono quelli venuti fuori dai documenti della commissione disciplinare del Comune di Napoli; e se sui giornali ci finiscono solamente le vicende più eclatanti come quelle dei “furbetti del cartellino”, anche queste meriterebbero una maggiore attenzione. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di ricostruire alcuni episodi che dovrebbero indurre a far riflettere. Come riportato dal Mattino, tutti i fatti sono raccontati in un rapporto della Commissione disciplinare del Comune di Napoli. Siamo in un deposito giudiziario di mezzi sequestrati e una semplice operazione di apertura di un cancello si trasforma in una rissa. Un agente della polizia municipale, infastidito dal comportamento di un uomo seduto nel carro attrezzi che stava uscendo, inizia ad inveire contro di lui e dopo una colluttazione estrae la pistola minacciandolo con la canna di quest’ultima. Tutta la vicenda finisce alla disciplinare e l’agente, che aveva spiegato di essersi difeso dal tentativo di scippo dell’arma, viene sospeso dal servizio e dallo stipendio per sei mesi, inchiodato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza che smentiscono la sua versione. L’uomo del carro attrezzi, invece, dopo essersi recato in ospedale perché aveva dolori alla testa e al torace per via dello spavento viene anche lui sospeso, per soli tre giorni, poiché la versione dell’autista e quella dei medici non collimano e perché l’aggressione fisica da lui raccontata viene smentita, anche questa, dalle immagini. Ma se questo può sembrare abbastanza, quello che è successo nella schiera della polizia municipale è ancor di più. Un assistente capo, senza nessun ordine e fuori dall’orario di lavoro e nell’ambito di un’attività di controllo da lui decisa, sequestrava tagliandi, contratti assicurativi e in certi casi anche automobili senza alcun titolo, firmandosi come ufficiale di polizia giudiziaria e utilizzando un falso timbro. Dopo i suoi interventi sono partiti anche dei procedimenti giudiziari che, ovviamente, erano illegittimi essendo realizzati da una persona che quelle indagini non poteva proprio farle. Morale della favola: l’uomo è stato licenziato senza preavviso. Un’altra vicenda riguarda invece uno “sbadato” dipendente di una Municipalità che con la scusa del troppo lavoro aveva rilasciato carte d’identità ad alcuni stranieri senza effettuare i controlli che la situazione richiedeva. La storia poteva anche essere credibile se non fosse che lo stesso dipendente nel recente passato era caduto nello stesso “errore”, ricevendo una sospensione di 5 giorni. Questa volta la sanzione è stata di 20 giorni. Questi sono solo alcuni dei racconti delle folli vicende che avvengono nel Comune di Napoli.
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Vincenzo Persico
Classe 1991, laureato in Economia Aziendale all’Università Federico II di Napoli ed Esperto Contabile. Interessi particolari : sport, politica e soprattutto economia. Si occupa per il giornale, in particolare, di Tributaria ed economia nazionale.
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