Ora che l’entità del problema Monte dei Paschi di Siena comincia a diventare più chiaro, si fanno sentire le grida indignate di chi vorrebbe individuare e punire i responsabili. Tra i grandi debitori morosi, che hanno insabbiato Mps portandola a mettere insieme 47 miliardi di prestiti malati, ci sono nomi eccellenti dell’Italia che conta. Dai grandi imprenditori, agli immobiliaristi, al sistema delle coop rosse e alle partecipate pubbliche della Toscana. Tra i protagonisti di spicco più emblematici vi è sicuramente Gianni Punzo, azionista di peso di Ntv (insieme a Montezemolo e Della Valle) e patron e ideatore dell’interporto di Nola e Cis. La Cisfi Spa, una “public company” con più di 500 azionisti, presieduta da Gianni Cacace e tra i cui soci maggioritari compare appunto Punzo,. è in affanno per l’ingente peso debitorio. La società finanziaria ebbe come obiettivo, di lì a poco totalmente realizzato, un aumento di capitale da 120 milioni di euro, dei quali 100 furono subito sottoscritti, tra gli altri, da Unicredit, Banca Intesa e Monte dei Paschi di Siena, affinchè fossero finanziate le nuove iniziative di sviluppo. Successivamente le banche Mps, hanno convertito parte dei prestiti in azioni. Mps è oggi il primo socio della Cisfi sopra il 7% (con Punzo al 6,1%). La Cisfi Spa, che ha recepito e tutt’oggi ancora recepisce la crisi dell’interporto di Nola, è divenuta quindi un incaglio per Mps che si è trovata con titoli in pegno svalutati per circa 11 milioni già a fine del 2015. Ecco che quindi, ancora una volta, Nola, con il Cisfi Spa, l’Interporto Campano e la crisi Mps, viene coinvolta in fatti che viaggiano oltre i confini locali e che interessano stavolta ambiti internazionali.
di Giovanni Piccirillo