(di Francesco Spera) Oggi vi parleremo del MoVi, il Movimento del Volontariato Italiano. L’impegno prioritario del MoVI è la crescita culturale del volontariato, il coordinamento dell’azione, l’efficacia operativa dei gruppi di volontariato. Il MoVI si batte per i valori fondamentali del volontariato: la gratuità, la spontaneità, l’azione politica che svolge. Il suo scopo è la formazione di un volontariato adulto e maturo, che veda i cittadini protagonisti di nuove relazioni di comunità per un nuovo progetto di società. Il Movimento collega i gruppi a lui federati ma intende rappresentare, sostenere e collaborare con tutte le realtà di volontariato che si riconoscono negli stessi principi ed in particolare nella Carta dei Valori del Volontariato.
Il Movimento di Volontariato Italiano nasce da una esigenza storica. Dopo gli anni della contestazione, stimolanti per i nuovi fermenti di democrazia, ma troppo spesso velleitari, i gruppi di volontariato più maturi avvertono l’esigenza di sostituire alla protesta e alla partecipazione puramente formale, consentita dalle istituzioni, un impegno operativo nel quotidiano, inteso a costruire una cultura e una prassi della solidarietà. Sono protagonisti di questa scelta associazioni, movimenti, iniziative, gruppi, impegnati con gratuità e disinteresse in servizi – aperti a tutti – sul territorio; essi privilegiano naturalmente quei cittadini che, non fruendo a pieno dei diritti costituzionali, sono esposti ai rischi dell’emarginazione. In tali attività di volontariato militano persone di diverse matrici culturali, accomunate dallo spirito di libero servizio all’uomo, operanti in iniziative gestite con costume democratico.
Per avviare concretamente la costruzione di un costume di solidarietà i gruppi ritennero indispensabile superare anzitutto il passato reciproco isolamento. Quella frammentarietà caratterizzata da concorrenza, conflitti, sovrapposizioni, assenza di comunicazioni, di scambi culturali, di comparazione verifica di esperienze, che aveva indebolita l’incidenza e l’efficacia storica dell’azione volontaria nel Paese. Essi decisero insieme di dar vita ad un processo di collegamento democratico, autogestito, di tipo federativo. Ciò attraverso una formula di aggregazione che, partendo dalle realtà dei gruppi presenti nella comunità territoriale – a livello provinciale e regionale – li unisse, a dimensione nazionale, attraverso un movimento che chiamarono: “Movimento di Volontariato Italiano (Mo.V.I.)“.
Dopo un triennio di verifica, di confronto, il Mo.V.I. assume nel 1978 veste giuridica federativa, garante dell’originale identità dei suoi aderenti, come associazione di fatto, non confessionale, apartitica, senza fini di lucro. La sua struttura organizzativa – agile ed essenziale – non costituisce perciò una sovrapposizione esterna, burocratica ai gruppi operanti in loco; essa nasce invece dalla concorde volontà espressa da iniziative di base, spontaneamente collegate, per rimuovere le cause del disagio sociale, che generano ogni tipo di discriminazione. Oggi il Mo.V.I. conta centinaia di gruppi aderenti e simpatizzanti in tutto il Paese ed collegato con i principali movimenti nazionali ed internazionali.
Sul territorio napoletano e nolano è presente la propaggine territoriale del Mo.V.I., quella della Federazione Provinciale di Napoli, che conta oltre 30 associazioni iscritte ed è socia del CSV Napoli (ha anche un suo rappresentante come vice presidente del CSV Napoli). Il nuovo Direttivo (Presidente Carlo Capasso, Vice presidente Francesco Spera, Segretaria Franca Esposito, Consiglieri Alfonso Gentile, Rodolfo Matto, Fortuna Giustiniani, Rosa Sorrentino) è già al lavoro per la programmazione di eventi, convegni e seminari per il 2019 che terranno presente anche della riforma del terzo settore fatta con legge dal Parlamento. Il prossimo anno si preannuncia, quindi, interessante e propositivo. Fra le priorità, sono in cantiere nuove iniziative tese al rafforzamento della rete e dei legami fra le associazioni aderenti sulla scia della riflessione avviata dal Mo.V.I Nazionale da alcuni anni: lavorare alla costruzione di una società tutta solidale e responsabile, unica risposta credibile e sostenibile, unico modo per tutelare e far crescere la pace, la giustizia, il rispetto di persone, culture e ambiente.