Nel recente passato c’è stato il clan conosciuto come “La Paranza dei Bambini“. Il baby boss Emanuele Sibillo è stato uno dei primi a morire giovanissimo in strada sotto i colpi di pistola a Napoli. Poi c’è stato Luigi Caiafa, morto durante una rapina nel 2020. Ora, ultimo in ordine di tempo, Arcangelo Correra, ucciso probabilmente proprio dal cugino di Caiafa, scherzo del destino. Nel mezzo altri morti giovanissimi come Emanuele Tufano e Santo Romano.
Emanuele Sibillo, il capo della “paranza dei bimbi”, è stato ucciso nel 2015. Aveva solo 20 anni e fu ucciso con un colpo di arma da fuoco alla schiena dai rivali Buonerba. Intorno alla sua figura la camorra ha costruito un mito, facendolo diventare un simbolo, ancora vivo in determinati contesti del centro di Napoli con tanto di altari votivi e immagini “sacre”.
Luigi Caiafa fu, invece, ucciso a 17 anni durante un tentativo di rapina portato avanti dallo stesso giovane e dal complice Ciro De Tommaso, figlio del “famoso” Genny ‘a Carogna. I due la notte del 4 ottobre 2020 puntarono una Mercedes all’angolo tra via Duomo e via Marina per rapinare i ragazzi a bordo ma furono intercettati dalla polizia. Furono estratte pistole e il poliziotto sparò e uccise ma per il giudice lo fece per legittima difesa.
A portare alla morte Emanuele Tufano, invece, è stato un incontro tra due gruppi di giovanissimi nel centro di Napoli. Nella tarda notte del 25 ottobre, nel Rione Sanità, due gruppi di ragazzi si fronteggiano, qualcosa va storto e partono i colpi di pistola. Tanti proiettili, due ragazzi colpiti e un morto, Emanuele, che non apparteneva ai clan ma che probabilmente stava frequentando brutti giri. Muore a 15 anni e apre un ciclo di morti che in 17 giorni sconvolgono Napoli. Tra il primo e il 2 novembre viene ucciso in piazza a San Sebastiano al Vesuvio il giovane 19enne Santo Romano. Calciatore del Micri, squadra di Eccellenza, era con gli amici nella zona della movida. Scoppia una lite probabilmente per una scarpa sporcata, Santo tenta di difendere l’amico ma il killer estrae una pistola e lo uccide a bruciapelo. Ad ucciderlo un giovanissimo, poi subito arrestato. E poi, infine, l’omicidio di Arcangelo Correra, colpito alla testa da un colpo di pistola il 9 novembre. A sparare Renato Caiafa, cugino proprio di quel Luigi. Secondo le prime ricostruzioni sarebbe stato un gioco finito male ma le indagini non si fermano.
E poi, come dimenticare gli omicidi di Francesco Pio Maimone e Giovanbattista Cutolo, uccisi nel centro di Napoli, nelle serate di movida da altri giovanissimi dal grilletto facile. Tanti, troppi morti giovani in strada, e tante, troppe, armi in strada, per una città che ora vuole più sicurezza e un futuro migliore per i suoi ragazzi.