45 anni, una vita ancora davanti, una vita spezzata da un trapianto che tardava ad arrivare. È la storia di Giusy, donna classe 1977 della provincia di Enna, raccontata da Felice Peluso, presidente di AIDO – sezione di Nola: “Grazie ai social ho conosciuto un mare di persone. Anche se ci siamo conosciuti solo virtualmente comunque ci siamo sentiti, ci siamo visti tramite videochiamate e io, che faccio parte di un particolare club di pazienti che hanno ricevuto trapianti, grazie a questo meraviglioso mezzo mi sono interfacciato con tante persone con richiesta di consigli e qualche volta anche dati. Capita spesso che festeggiamo qualche lieto evento ma capita, come oggi, che all’improvviso apri la pagina del tuo gruppo e leggi una notizia che ti fa cadere in quel vuoto che ti avvolge e ti fa tanta paura“.
“Questa volta ci ha lasciato Giusy, una donna che da anni era in attesa di un trapianto, aveva avuto anche la fortuna che a donaglierlo tempo addietro fosse stato il suo amato marito ma purtroppo quel rene non è durato nemmeno il tempo per festeggiare – racconta ancora Felice Peluso – Questa è l’ennesima dimostrazione che chi aspetta un trapianto è in pericolo. Non importa se è un periodo di festa o altro, la malattia non va in vacanza“.
“Giusy era moglie, madre ma soprattutto una donna che aspettava un trapianto di rene, un trapianto che non è mai arrivato, sebbene in Italia negli ultimi anni ci sia stato un grande passo in avanti nel dare il proprio consenso alla donazione degli organi gli organi che potrebbero dare una seconda opportunità per una nuova vita non sono ancora sufficienti. Come Giusy in Italia oggi ci sono quasi 9000 pazienti in attesa di un trapianto – sottolinea il Presidente dell’AIDO Nola – Pertanto, la domanda che ci si pone è perché non donare i propri organi nel momento che non ci servono più, la donazione è un atto di generosità verso chi è stato meno fortunato. Immaginiamo per un solo istante se ad attendere un organo fosse un nostro familiare. In quel caso vorremmo che tutti fossero dei donatori, quindi non siamo egoisti anche verso noi stessi perché anche noi potremmo averne bisogno, allora diamo il nostro consenso“.
“Oggi per poter esprimere il proprio consenso ci sono vari modi – sottolinea – si può dire SI al momento del rinnovo della carta d’identità, firmando l’atto olografo dei modelli forniti dall’Associazione A.I.D.O., che è l’unica Associazione riconosciuta dal Ministero della Salute a poter registrare tale decisione, oppure presso l’Asl di appartenenza ed infine per i più tecnologici tramite l’App Aido“.
“Nel periodo pre-Covid ho raccolto in un libro diverse testimonianze di malati e donatori. A novembre dovrebbe uscire un mio nuovo libro, l’opinione pubblica deve conoscere questa realtà – conclude – Giusy perdonaci se siamo stati egoisti con te, un forte abbraccio“.