“Abbiamo appreso con estremo dispiacere della morte di Issaka Coulibay, il portiere di una squadra di amici che qualche volta è venuto ad allenarsi con noi negli scorsi anni. Issaka dopo anni di clandestinità è stato ritrovato senza vita in un capannone abbandonato in via Corelli, i giornali parlano di morte naturale a causa del freddo“. Lo ha comunicato il St. Ambreous, una squadra di calcio dilettantistico di Milano.
“Ci sono morti per cui si può solo provare enorme dispiacere, ci sono morti invece per cui non si può che provare molta rabbia – continua la nota – Morire di gelo in una città come Milano non può essere classificato semplicemente come morte naturale. Se a Issaka fosse stato concesso di vivere regolarmente con dei documenti, molto probabilmente, non staremmo scrivendo questo post e lui, con una vita regolare, magari starebbe pensando a come rincominciare il campionato dopo la pausa invernale“.
“Issaka è morto di clandestinità, perché quando non ti viene concesso di avere dei documenti sei costretto a vivere e a morire ai margini della società, senza un permesso di soggiorno, senza la possibilità di lavorare regolarmente, senza la possibilità di affittare una casa, guidare una macchina o accedere a quei servizi basilari che sono concessi a tutti. Eri un portiere fortissimo – concludono – ti vogliamo ricordare così, in mezzo ai pali del torneo estivo del Pini che porti la tua squadra in finale. Che la terra ti sia lieve. Giustizia per Issaka, e documenti per tutte e tutti. La clandestinità uccide“.