Novità in arrivo per tutti i consumatori che usufruiscono, o che usufruiranno, di abbonamenti che prevedono l’accesso a Internet dalla linea fissa grazie al cosiddetto “ modem libero “ per tutti.
In applicazione della direttiva europea n. 2015/2120, che stabilisce misure riguardanti l’accesso ad un’internet aperta, con specifico riferimento alla libertà di scelta delle apparecchiature terminali, l’Agcom già più di quattro mesi fa aveva pubblicato la delibera 348/18/CONS alla quale sono seguiti alcuni ricorsi da parte dei colossi della telefonia come Vodafone, Fastweb e Tim, con quest’ultima che ha già visto rigettarsi la richiesta dal Tar del Lazio a metà Novembre.
Ma cosa dice la delibera e cosa cambierà per gli utenti?
Partiamo col dire che le novità sono entrate in vigore pochi giorni fa (esattamente l’1 Dicembre) per chi sottoscrive un nuovo abbonamento, mentre partiranno il 1 Gennaio 2019 per i vecchi contratti. Ai primi dovranno essere presentate due offerte, una con e l’altra senza modem. Se l’utente sceglie di usare il modem fornito dall’operatore a pagamento, ha il diritto di averlo “sbloccato” e quindi di usarlo anche con altri contratti ed, inoltre, l‘operatore deve indicare nell’offerta con modem incluso il suo costo scorporato. Se, invece, si sceglie di usare un proprio modem, ha il diritto a un minimo di assistenza. Ai secondi che hanno un contratto già attivo deve essere data la possibilità di cambiare offerta, scegliendone una che preveda l’utilizzo gratuito dell’apparecchio oppure, in alternativa, la rescissione gratuita del contratto, senza penali per il modem, che dovrà essere semplicemente restituito.
Tutto questo per cercare di rendere il mercato più libero e per limitare i diversi problemi che un modem “ non libero” dava, come caratteristiche inferiori rispetto a modelli alternativi, interventi a pagamento dei tecnici per l’installazione e obbligo ad usare il modem dell’operatore per fruirne i servizi. La delibera sancisce quindi la libertà di scelta degli utenti e l’obbligo degli operatori di non “rifiutare di collegare apparecchiature terminali alla rete se l’apparecchiatura scelta dall’utente soddisfa i requisiti di base previsti dalla normativa europea e nazionale, né imporre all’utente finale oneri aggiuntivi o ritardi ingiustificati, ovvero inibire l’utilizzo o discriminare la qualità dei singoli servizi inclusi nell’offerta, in caso di collegamento a un modem di propria scelta”.
In attesa della giustizia amministrativa che l’anno prossimo potrebbe ancora annullare la delibera Agcom (ipotesi difficile), alcuni operatori si stanno già adeguando, come Tim che ha già comunicato che garantirà alla clientela il diritto di scegliere il terminale per l’accesso ad Internet.