di Francesco Amato La storia colombiana si è spesso macchiata di efferati omicidi derivati da una semplice partita di calcio. È il caso di Andrés Escobar, che fu sparato alla testa il 2 luglio del 1994 mentre usciva da un ristorante di Medellin a pochi giorni dalla fine del Mondiale che si era allora svolto negli Stati Uniti d’America. La sua “colpa” fu quella di aver fatto autogol e di fatto i sicari prima di assassinarlo all’età di 27 anni pronunciarono la frase :”grazie per l’autogol”.
Questo macabro episodio non è servito da insegnamento a gran parte della tifoseria della Colombia, poiché dopo il Mondiale Russo sono arrivate minacce di morte ai calciatori colombiani Bacca e Uribe. Anche in questo caso la loro colpa si limita all’ambito calcistico, infatti sono i due calciatori che hanno avuto la “colpa” di sbagliare i rigori e che quindi hanno permesso il passaggio del turno dell’Inghilterra ai danni della Colombia.
Un altro giocatore della Colombia, Carlos Sanchez, era stato minacciato di morte per aver provocato un rigore contro il Giappone nella prima partita dei “Cafeteros” al mondiale Russo.
24 anni dopo l’omicidio di cui si è parlato in precedenza, le minacce, ricevute in gran parte sui social network, creano nuovamente scompiglio nel mondo dello sport. Lo sport dovrebbe essere un momento di unione e non dovrebbe causare omicidi e divisioni, un giorno ci auspichiamo che tutti capiscano i veri valori di un gioco magnifico come il calcio.