Ormai in Sicilia è piena crisi migranti. Gli sbarchi, perlopiù autonomi o in conseguenza di salvataggi di imbarcazioni non riferibili a ong, hanno riguardato nella sola Lampedusa circa 1000 persone. Sono 114 le persone soccorse su due barconi e sbarcate sull’isola durante la notte tra domenica e lunedì. La Guardia costiera ha rintracciato al largo dell’isola 70 tunisini su un natante ma neanche il tempo d’ultimare le procedure di trasferimento verso l’hotspot che la Capitaneria ha avvistato e agganciato un altro barcone con a bordo 44 extracomunitari. La tensione si fa sentire, il sindaco lampedusano Totò Martello – che nel frattempo ha smentito la notizia di 25 migranti positivi al coronavirus – tuona: “Se il Governo non interviene e non dichiara lo stato d’emergenza per una città con un hotspot stracolmo, allora lo farò io“. Ma le tensioni sono state avvertite anche dai cittadini; alcuni abitanti dell’isola infatti, nella notte, hanno bloccato con una corda l’unica strada d’accesso al molo commerciale. Su Facebook, nel frattempo, arriva lo sfogo del governatore della Sicilia, Nello Musumeci:
Avrete già letto dei 100 migranti scappati a Caltanissetta (riportati indietro per ora 125 su 184, ndr). Si aggiungono ai tunisini scappati a Pantelleria e a quelli evasi dall’hotspot di Pozzallo, i quali, a loro volta, si sommano a tutti gli altri. Nessuno dica che è responsabilità delle forze dell’ordine: fanno tutto quello che possono e siamo loro grati. È semplicemente sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del governo di Roma e che si dica che “tutto va bene”. Pretendo rispetto per la Sicilia, non può essere trattata come una colonia. Abbiamo dato disponibilità e chiediamo reciprocità, ma vediamo che nella gestione del fenomeno migratorio c’è troppa improvvisazione e superficialità.
(foto Concetta Rizzo per ANSA)