“Risolto” il caso Sea Watch, continuano i naufragi di migranti nel Mediterraneo, continuano i viaggi verso l’Italia. D’altronde, decine di migranti erano arrivati sulle coste italiane con imbarcazioni private già nei giorni in cui la Sea Watch, al centro dell’attenzione mediatica, era al largo in stallo e in attesa di un porto sicuro. Negli ultimi giorni sono tornate in mare le imbarcazioni delle ONG “Mediterranea” e “Open Arms” ed è scoppiato un altro “caso”.
La nave “Alex” della ONG italiana Mediterranea ha salvato 46 migranti 3 giorno fa ma ha ricevuto il No dal Governo per attraccare (la Alex è un veliero di medie dimensioni, la più grande “Mare Jonio” è ancora sotto sequestro). Malta ha dato il suo placet per accogliere i migranti (l’Italia ne accoglierebbe altri che per ora sono sull’isola del Mediterraneo) ma il natante non ha la potenza per il viaggio ed ha scarsi rifornimenti, i passeggeri (anche bambini e donne incinte) sono in condizioni fisiche e igieniche pessime e non potranno resistere al largo a lungo. Inoltre, dal Governo italiano sarebbe arrivata la richiesta al governo maltese di sequestrare la nave e accusare tutto l’equipaggio, in quella che potrebbe essere una vera e propria trappola. Ecco perché a questo punto anche la Alex ha scelto di forzare il blocco e di attraccare a Lampedusa.
Stessa decisione presa anche dalla Alan Kurdi della Sea Eye che invece a bordo ha 65 migranti. L’ennesimo braccio di ferro tra le ONG e il Governo Italiano sta per prefifurarsi a Lampedusa.
Nel frattempo, mentre il Governo (per espressione di Salvini) si appresta a fare guerra alle ONG e cerca accordi con Malta, continuano le morti in mare. Alcuni giorni fa la nave Alex ha scoperto il relitto di un natante, ma dei passeggeri non c’era nessuna traccia. Alarm Phone invece ha comunicato di aver ricevuto richiesta di soccorso da un barcone con 80 persone al largo della Tunisia, secondo le informazioni in loro possesso solo 5 sarebbero sopravvissuti e portati a Zarzis.