Il Meccanismo Europeo di Stabilità, balzato agli onori della cronaca di questi giorni come MES, è il tema su cui i politici stanno animatamente dibattendo facendo assumere all’argomento un’improvvisa popolarità. Ma cosa è il MES? Nello specifico si tratta di un’organizzazione intergovernativa nata con l’intento di fornire assistenza finanziaria ai Paesi europei che rischiano il default. Ogni stato membro contribuisce al fondo a sua disposizione con una quota proporzionata al suo peso economico, finanziando una dotazione che può arrivare a circa 700 miliardi di euro. Per capire meglio la questione, è lo stesso meccanismo intervenuto in sostegno di paesi quali Cipro, Grecia, Irlanda e Portogallo al fine di evitarne il crollo economico.
A scatenare il dibattito acceso tra le forze politiche è stato il processo di riforma del Trattato sul MES che, stando alle dichiarazioni di Salvini, Meloni e Di Maio, introdurrebbe condizioni peggiorative per il nostro Paese. Più nel dettaglio, l’elemento scatenante sarebbe l’introduzione di una presunta clausola che imporrebbe la ristrutturazione del debito ai Paesi più a rischio. Ipotesi però subito smentita sia dal Ministro dell’Economia Gualtieri che dal presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, i quali hanno ribadito che intorno alla questione si è ingenerata solo confusione. Quest’ultimo ha inoltre affermato che non ci sono ragioni per cambiare il testo e che la firma del nuovo Trattato avverrà entro l’inizio del prossimo anno.
Soddisfazione sul tema è stata espressa dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, e dall’ex premier Paolo Gentilini, mentre Lega e Fratelli d’Italia hanno attaccato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, accusato di considerare le trattative per le modifiche ancora aperte quando in realtà l’Eurogruppo le ha dichiarate già chiuse.