In fuga dalle bombe in Ucraina si è reinventata mediatrice culturale e si è messa a disposizione di chi la stava aiutando. E’ la storia di Anna, energica ragazza ucraina di 31 anni che, come tante, è scappata in Italia all’indomani dello scoppio della guerra. Ha trovato rifugio a Somma Vesuviana, è stata ospitata nel centro Elim della Caritas Diocesana di Nola dove si è messa a disposizione per aiutare i suoi connazionali ospitati facendo da mediatrice culturale per la Caritas stessa. E proprio al centro Elim, sorriso smagliante e aria serena, ci accoglie e ci racconta la sua storia.
“Sono scappata dopo una settimana dall’inizio della guerra. Abitavo a Kiev, abbiamo una casa in campagna, i miei genitori ora sono lì – racconta – Io e mia sorella siamo scappate in Polonia e siamo poi arrivate in Italia. La situazione è molto peggiorata da quando sono andata via. Moltissime città sono distrutte quasi al 90% e tantissimi hanno perso case, mariti, parenti o addirittura la vita“.
Quando la guerra è scoppiata, quasi non ci credeva: “Il primo giorno di guerra, in realtà, ho pensato che fosse uno scherzo. I miei genitori mi hanno detto di fare le valigie, ho preso qualcosa e sono andata via, non ho preso neanche tanti vestiti. Mai avrei pensato che potesse arrivare la guerra“.
Oltre un mese di violenze e devastazioni a cui nessuno sembra dare risposte: “Non so dire perchè è scoppiata la guerra. Io, come tanti, non so perchè la Russia sta facendo questo. Forse vogliono far vedere la loro forza ma noi siamo forti, resisteremo e vinceremo. Non conosco tanto della storia passata ma non ritengo che russi e ucraini siano due popoli distanti e nemici. Io sono ucraina ma parlo russo, e non me ne vergogno“.
Il legame di Anna con l’Italia è forte e per lei viaggiare non è mai stato un problema: “Io lavoro per un’azienda di advertising molto popolare a livello internazionale, lavoro in Europa e in Italia e parlo sia italiano che inglese. Anzi, già tempo fa avevo vissuto qui a Somma Vesuviana“.
“E’ qualcosa di nuovo, stiamo facendo tutto il possibile per dare una mano a chi ha perso tutto, soprattutto alle mamme ed ai bambini, a chi non ha soldi, non ha una casa, non ha nulla – racconta riferendosi al suo nuovo ruolo – Stiamo facendo tutto il possibile per farli sentire al sicuro. Sono rimasta positivamente sconvolta dall’accoglienza che ho ricevuto. Conoscevo già le persone che vivono qui ma non immaginavo che in questa situazione donassero più di quel che hanno. Stanno regalando mobili, cibo, offrono case, puliscono assieme a noi. E’ una cosa incredibile, li vorrei ringraziare, vorrei ringraziare tutti gli italiani a nome del popolo ucraino“.
E sulla possibilità di tornare in Ucraina, infine, chiarisce: “La mia situazione è diversa. Io lavoro da remoto e ho già vissuto qui ma conosco tante persone che non hanno nulla e non lavorano, la maggior parte di loro vuole tornare a casa, alla loro vita normale, rivedere i mariti e le famiglie“.
Assieme ad Anna, il Centro Elim sta dando accoglienza ad altre donne con bambini. Tutti, nel loro piccolo, si stanno mettendo a disposizione per aiutare. L’obiettivo, nella maggior parte dei casi, è tornare in patria e contribuire alla sua rinascita. L’augurio è che la devastazione del conflitto finisca il prima possibile. Probabilmente ci vorrà la mano di tutti, sarà compito degli uomini piantare i semi del futuro, curando quei mali che altri uomini hanno contribuito a diffondere.