E’ possibile sposarsi solo in chiesa? Sposarsi solo in chiesa è possibile. La coppia di nubendi è libera di scegliere tra il matrimonio concordatario e il matrimonio civile. Nel primo caso, la celebrazione ha luogo in chiesa, alla presenza del sacerdote e dei testimoni, oltre agli invitati. Affinché le nozze possano avere una validità anche per lo Stato italiano è necessario che l’atto sia trasmesso per l’annotazione nell’apposito registro. Nel secondo caso, invece, la cerimonia avviene in Comune dinanzi al sindaco o ad un suo delegato ed ai testimoni. In questa seconda ipotesi, il matrimonio produce già effetti civili, ma non avrà alcuna validità per la Chiesa. Infine, la coppia potrebbe scegliere il matrimonio religioso, ovvero, nozze celebrate in chiesa, ma non trascritte nel registro di Stato civile.
Per sposarsi in chiesa, i futuri sposi devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
- maggiore età. Non sono ammessi al matrimonio, infatti, coloro che non hanno ancora compiuto i 18 anni. Tuttavia, in presenza di gravi motivi e dietro autorizzazione del tribunale per i minorenni, la legge riconosce tale possibilità anche a coloro che hanno solo 16 anni;
- diversità di sesso: in altre parole, il matrimonio in chiesa è vietato alle coppie omosessuali, le quali possono optare per l’unione civile;
- capacità di intendere e di volere: ad esempio, chi è stato dichiarato interdetto non potrà sposarsi;
- libertà di stato: vuol dire che ciascun nubendo non deve essere già sposato oppure unito civilmente con altre persone;
- assenza di legami di parentela, affinità, adozione e affiliazione: ciò significa, ad esempio, che le nozze tra consanguinei non sono consentite, salvo determinati casi previsti dalla legge;
- assenza di condanne per reati di omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altro nubendo.
Per sposarsi in chiesa sono necessari una serie di documenti. In particolare, i nubendi devono presentare:
- il certificato di nascita e di residenza;
- il certificato di battesimo e di cresima: entrambi servono per attestare che la coppia abbia effettivamente ricevuto i due sacramenti;
- il certificato di stato libero: come già detto poc’anzi, due persone sposate non possono contrarre un altro matrimonio;
- il nulla osta ecclesiastico;
- l’attestato di partecipazione al corso prematrimoniale: sebbene per alcuni sia un peso, chi voglia sposarsi in chiesa deve prima seguire un corso presso la parrocchia di provenienza;
- il certificato che attesti la cittadinanza italiana.
Il matrimonio concordatario è subordinato alla richiesta delle pubblicazioni. Se qualcuno dovesse essere a conoscenza di un qualche impedimento potrebbe opporsi alle nozze depositando un ricorso in tribunale. La richiesta di pubblicazioni viene rilasciata dal parroco e presentata dai nubendi all’ufficio anagrafe del Comune di residenza di uno dei due. Ottenute le pubblicazioni che saranno esposte sia sull’albo pretorio online sia in parrocchia per 8 giorni – il matrimonio deve essere celebrato entro 6 mesi.
Come funziona il rito religioso? Il sacerdote legge agli sposi gli articoli del Codice Civile dedicati ai diritti e i doveri dei coniugi (ovvero reciproca fedeltà, assistenza morale e materiale, ecc.) e prepara l’atto di matrimonio in duplice copia, in cui gli sposi esprimono la scelta del regime patrimoniale della separazione dei beni o il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio. Entro il termine di cinque giorni dalla celebrazione, il sacerdote invia una copia dell’atto di matrimonio all’ufficiale di Stato civile del Comune in cui sono avvenute le nozze, affinché questi proceda alla trascrizione nell’apposito registro. Solo da questo momento il matrimonio produce effetti anche per lo Stato.