Marigliano: coppia senza casa dorme in auto, il Comune fa chiarezza

di Redazione Zerottouno News
E’ notizia degli scorsi giorni che una famiglia indigente a Marigliano non avrebbe una casa ed avrebbe quindi ricorso a soluzioni estreme. Secondo le indiscrezioni, la coppia di genitori avrebbe scelto di dormire in auto, mandano i figli al riparo dai nonni. Una situazione d’emergenza che ha fatto molto scalpore tra i cittadini e che il Comune, guidato dal sindaco Antonio Carpino, ha voluto chiarire con una nota.
Da qualche giorno una coppia di cittadini mariglianesi dorme in un’auto rossa parcheggiata in via Roma (nei pressi delle Poste). La vicenda ha suscitato molto clamore in particolare sui social, alimentando una spirale di disinformazione che ha generato anche ingiurie e minacce nei confronti dell’ente istituzionale comincia così la nota comunale, che poi continua– Per questo motivo l’Amministrazione sente il dovere di chiarire quanto sta succedendo e di illustrare le iniziative che sta intraprendendo, e che ha già intrapreso, al fine di risolvere la situazione.
Nella giornata di ieri si è tenuta una riunione, della quale sono stati informati anche i Carabinieri, alla quale hanno preso parte il Sindaco Antonio Carpino, l’Assessore alle Politiche Sociali Veronica Perna, il Comandante della Polizia Municipale Emiliano Nacar e i responsabili dell’Ufficio Patrimonio e dei Servizi Sociali. Al termine della riunione è emerso che le necessità di questa famiglia sono reali e concrete poiché si tratta di una coppia di giovani disoccupati con 5 figli minorenni a carico, di cui due con disabilità. Lo stato di bisogno esiste, ma la coppia insiste nel voler dormire in auto perché pretende che gli venga assegnata una casa di edilizia popolare, di proprietà pubblicaspiega l’amministrazioneTale bisogno potrebbe essere soddisfatto in ambito familiare presso le due famiglie di origine della coppia, dove peraltro sono stati già sistemati i cinque figli, ma la coppia ha deliberatamente deciso di dormire in auto per costringere l’istituzione ad assegnare loro un alloggio. La coppia in questione è già nota ai servizi sociali e anche al Comune dal giugno del 2018, allorquando venne a rappresentare che non aveva fonti di reddito e viveva all’interno di un’abitazione sulla quale pendeva una causa di sfratto, terminata da pochi giorni. Per questo motivo, appena subito lo sfratto, i due si sono recati presso il Comune pretendendo una casa e un lavoro”.
Al momento si è deciso di verificare dettagliatamente le condizioni di vita, le cause dell’emergenza e i bisogni effettivi della famiglia, sia con riferimento ai genitori che ai figli minorennicomunica lo staff del palazzo comunaleInoltre, stiamo effettuando una ricognizione del Patrimonio al fine di verificare l’eventuale disponibilità di appartamenti di edilizia pubblica e, ove dovessero sussistere, le condizioni, oggettive e soggettive, per l’assegnazione anche provvisoria di un’abitazione per fare fronte alla specifica emergenza abitativa”.
“Va da sé – sottolinea l’Enteche il Comune non può subire ricatti, anche perché sono migliaia le persone senza lavoro nella nostra città e sono numerose le famiglie bisognose che attualmente vengono ospitate in alloggi di fortuna o comunque presso i loro nuclei familiari di origine. Inoltre, abbiamo verificato che il capofamiglia protagonista della vicenda ha avuto la disponibilità di un immobile di edilizia popolare a Pontecitra, dal 2001 al 2009, quando volontariamente lo ha liberato a favore di altri soggetti per motivi che solo lui conosce. In seguito, lo stesso capofamiglia ha cambiato numerosi domicili – senza mai sostare a lungo nello stesso posto – tra cui anche uno a Somma Vesuviana, fino al 2017, anno in cui è tornato a Marigliano: una circostanza che va verificata e approfondita a dovere. Nel giugno del 2018, all’atto della richiesta di aiuto pervenuta al Comune, il capofamiglia in questione è stato subito aiutato con offerte di lavoro che purtroppo non sono andate a buon fine”.
Ad ogni modoconclude la notaal di là dei comportamenti e della condotta, poiché sussiste un bisogno reale del nucleo familiare, il Comune non si sottrae dal dare risposte concrete: verrà adottata, infatti, ogni iniziativa necessaria alla tutela dei minori coinvolti e si verificheranno le condizioni per valutare soluzioni che soddisfino le necessità della famiglia. Nel frattempo, i servizi sociali hanno già comunicato alla coppia la disponibilità di una sistemazione in un centro di prima accoglienza per fare fronte temporaneamente all’emergenza abitativa”.
Dato che tutti si indignano e sono pronti a puntare il ditoafferma il sindaco Antonio Carpinorivolgo un appello e invito i tanti imprenditori generosi della città a spendersi per offrire una opportunità di lavoro al capofamiglia, e non solo a lui: se hanno offerte di lavoro da attivare possono informare il Comune, attraverso le Politiche Sociali, o me personalmente, per mettersi in contatto con chi ne ha bisogno. Inoltre, è bene che si sappia che a Marigliano risultano ben duemilatrecento (2.300, ndr) alloggi liberi, sfitti, disponibili sul mercato, come certificano i dati ISTAT in possesso del Comune: dunque un altro appello riguarda tutti i cittadini interessati da questo fenomeno, ai quali mi permetto di suggerire che basterebbe mettere a disposizione appena l’1% della cifra succitata per offrire, con grande magnanimità, un’occasione di ricovero a chi ne ha bisogno. Tutto questo nell’attesa dell’iniziativa di albergaggio sociale che stiamo per lanciare, grazie al grande impegno profuso dalla giunta“.
Il sindaco ha voluto spendere alcune parole anche in riferimento a quanto accaduto al cittadino di origine marocchina, Aziz Nanouche : “L’ultimo chiarimento, ma non il meno importante, riguarda la vicenda di Aziz, in Italia da quindici anni e che da dodici anni presta regolare attività lavorativa con regolare contratto. Il concittadino di origine marocchina, vittima di un vile atto ostile lo scorso 31 dicembre, ha sempre abitato in alloggi regolari, pagando regolarmente il fitto, e non hai mai chiesto nulla, nemmeno dopo la spiacevole esperienza: ha ricevuto la solidarietà e la vicinanza della cittadinanza e del Comune e ha semplicemente richiesto un aiuto per trovare una nuova sistemazione, di cui continuerà a farsi carico in proprio”.

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