Chiude per manutenzione l’inceneritore di Acerra: emergenza rifiuti alle porte

di Annibale Napolitano
Termovalorizzatore Acerra

Non smette di complicarsi la situazione rifiuti nel napoletano. A fine mese il mega-impianto di Acerra chiuderà i battenti per quaranta giorni. Una chiusura per manutenzione straordinaria, e non ordinaria, come di consueto avviene ogni mese a rotazione per ciascuna delle tre linee di cui è composto l’impianto di Acerra, posizionato nel bel mezzo della Terra dei Fuochi e per di più giunto ormai alla metà del suo ciclo vitale (rimangono all’impianto altri dieci anni di vita). Il mega-impianto gestito dall’azienda bresciana A2A, che smaltisce 750.000 tonnellate annue di rifiuti, ovvero, per intenderci, smaltisce più rifiuti dei nove impianti presenti nel Centro Italia (che tutti assieme arrivano a smaltire 673.000 tonnellate) , chiudendo per quaranta giorni ha provocato già dai giorni scorsi una situazione di pre-emergenza.  La Sapna (la società partecipata della Città Metropolitana di Napoli che si occupa di rifiuti) si sta adoperando in questi giorni per fare un appello ai Comuni a collaborare e mettere a disposizione spazi per lo stoccaggio di rifiuti. Spazi che verrebbero liberati a gennaio 2020.

Si punta tutto sulle esportazioni dei rifiuti fuori regione per Settembre: in questo caso sia la Regione Campania che la Sapna cercano di appaltare tutti i lotti messi in gara per portare fuori regioni le balle. Sia quelle “storiche” accumulate tra il 2001 e il 2009, sia quelle di “oggi”, ovvero la frazione secca che esce dagli Stir. Ma ad oggi tutto è bloccato, almeno fino a quando non verrano firmati i contratti e non arriveranno le autorizzazioni necessarie per le esportazioni. Fino a quel momento i rifiuti dovranno essere conservati in siti di stoccaggio. Sei siti erano stati individuati dalla Sapna: quattro a Giugliano (Taverna del Re e Ponte Riccio), uno ad Acerra (in località Pantano), uno a Marigliano (in località Boscofangone). Ad oggi sia Giugliano che Acerra sono state escluse per dissenso dei sindaci e delle comunità locali; analogo il rifiuto del primo cittadino di Marigliano, Antonio Carpino, che con la conferenza dei capigruppo del Consiglio Comunale di Marigliano in data 19 Agosto è arrivato ad opporsi, assieme all’assise comunale, a sostituire le ecoballe dell’emergenza degli anni 2000 con le nuove di questi giorni.

L’estate è ancora rovente: decisivo sarà l’appuntamento del 26 agosto, quando sarà in programma la conferenza dei servizi tra Regione e altri addetti ai lavori  per scongiurare una nuova emergenza rifiuti a settembre

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