Una delle miniserie più interessanti dello scenario artistico di Netflix è sicuramente Maid. Uscito un paio di anni fa, questo prodotto televisivo nasconde al suo interno le varie difficoltà che la società pone in tavola quotidianamente. Sono infatti affrontate con molta decisione le problematiche a cui spesso una donna è costretta a subire in una società che sembra sorda di fronte alle sue richieste, soprattutto quando sono finalizzate alla sopravvivenza non soltanto sua ma anche di sua figlia.
Maid porta in scena la figura di una giovane mamma, la ventitreenne Alex, e la sua piccola Maddy. La giovane, nel corso della storia, si decide ad abbandonare la sua abitazione dopo le innumerevoli violenze subite dal marito alcolizzato. La fuga, per l’appunto, è la caratteristica principale appartenete a questa donna, che per poter salvaguardare la piccola cercherà disperatamente di trovarle un tetto sotto cui vivere. Purtroppo, spesso, tali ricerche saranno considerate vane e per permettere un’istruzione consona alla piccola Maddy deciderà di cercarsi un lavoro, diventando così una donna delle pulizie presso una cassa lussuosa. Ma sarà anche questo il momento in cui inizieranno ad abitare in un monolocale che ospita proprio donne vittime di violenze.
Maid, in conclusione, traduce in modo spiccato l’immagine di una società che ancora non sembra essere pronta, nonostante la sua fase di evoluzione nel corso della storia, ad approcciarsi a tali delicate dinamiche ed è ancora troppo sorda per ascoltare chi è al limite della propria sopravvivenza.