Per chi fa questo lavoro è difficile dare notizie del genere, soprattutto quando ti toccano. La comunità di Acerra si stringe per la morte di Stefano Sorano, giovane di 24 anni morto per il male che più di tutti sta mietendo vittime: il tumore. A 24 anni. Impensabile. Eppure, oggi si muore non solo di coronavirus. Ce ne dovremo ricordare quando dovremo ripartire, quando dovremo pensare alla ricerca medica e al benessere delle nostre comunità. Il benessere, nel triangolo della morte di Nola-Acerra-Marigliano è spesso un’utopia. Periodicamente il destino ci bussa per ricordarci che l’emergenza sanitaria in queste terre va avanti da anni.
Oggi piangiamo un bravo ragazzo, socievole, umile, un amante del calcio, lo sport che mi ha dato la possibilità di conoscerlo. Aveva giocato con la maglia della sua città ma anche con il Real Nola e il Vico. Come tutti, correva e sognava. Ho corso con lui, ma le gambe oggi mi sono tremate quando ho saputo la notizia. Un fulmine a ciel sereno che ha colpito tutti. I funerali sarebbero stati certamente celebrati in una chiesa gremita se le disposizioni sanitarie non lo avessero impedito. Allora, per Stefano, se qualcuno dovesse cercare il suo nome, vorrei che il web rispondesse con la storia del bravo e umile ragazzo che era. Siamo tutti lontani, ma almeno virtualmente potremo essere con lui. Ciao Stefano.