“Ho visto una partita giocata da due squadre ad altissimi ritmi, non ho nulla da recriminare e nessun rimpianto. Abbiamo fatto un gran cammino, con l’Italia ho goduto perchè ho visto una delle partite più belle dell’Europeo. In finale spero faccia un’altra partita del genere, tiferò per gli Azzurri“. A dirlo non è una persona qualsiasi, bensì Luis Enrique, l’allenatore che proprio a causa dell’Italia si è visto sfuggire di mano il sogno degli Europei. Sembra strano ad oggi, eppure l’allenatore si è complimentato con gli avversari augurandogli anche la vittoria finale, tra l’altro dopo un match che a tratti la sua squadra aveva anche dominato. Conoscendo però Luis Enrique, non ci sarebbe da sorprendersi.
Al secolo Luis Enrique Martinez Garcia, il 51enne spagnolo è stato una bandiera della nazionale spagnola. Centrocampista, nella carriera con i club ha vinto tre campionati spagnoli, tre Coppe di Spagna, due Supercoppe spagnole, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA. Con la selezione olimpica ha conquistato un’Olimpiade nel 1992. Nel 2004 Pelé lo ha inserito nella lista dei 125 migliori calciatori viventi. Da allenatore del Barcellona ha vinto due campionati spagnoli, tre Coppe di Spagna, una Supercoppa spagnola, una UEFA Champions League, una Supercoppa UEFA e una Coppa del mondo per club FIFA. Nel 2015 è stato nominato miglior allenatore dell’anno IFFHS e FIFA World Coach of the Year. Ha allenato anche in Italia, guidando la Roma di De Rossi che ieri ha calorosamente salutato prima della gara (De Rossi è assistente di Mancini, ndr).
E pensare che Luis Enrique stava rischiando di abbandonare il calcio pochi anni fa. Il 19 giugno di due anni fa, infatti, si dimise da allenatore della Spagna per gravi motivi personali: la figlia Xana, di soli nove anni, stava lottando contro un cancro alle ossa. La piccola Xana quella battaglia purtroppo la perse e il mondo del calcio, anche quello italiano, si strinse attorno a Luis Enrique. L’allenatore è ritornato a sedere in panchina, dove è il suo posto. A suon di prestazioni ha riportato la Spagna tra le migliori nazionali al mondo, ha gestito il cambio generazionale dei Rossi iberici ed ha disputato un sontuoso Europeo. Un percorso difficile per tutti, ma non per lui. Un signore del calcio.