“Oggi si chiude un’era, ma il Movimento 5 Stelle ha cambiato l’Italia“. Così Luigi Di Maio ha annunciato le sue dimissioni da capo politico del M5S alla riunione dei facilitatori a Roma del 22 gennaio. Troppi probabilmente sono stati i conflitti interni, tanto che lo stesso ex capo politico grillino ha affermato che aveva cominciato a scrivere il suo discorso già un mese fa. “Ho cominciato nel 2013, a Roma, non conoscevo né Casaleggio né Grillo, ma io mi fido di voi, mi fido di noi, mi fido di chi verrà dopo di me“, ha aggiunto Di Maio.
I rumors erano stati forti già in mattinata, quando la notizia delle dimissioni aveva svegliato milioni di italiani. “Abbiamo creato un qualcosa di inedito in Italia, siamo stati l’incubo di molti analisti finanziari e politici e lo saremo ancora, è appena cominciata – ha detto ancora Di Maio – abbiamo tanti nemici, è normale quando si cerca di cambiare le status quo ma i peggiori nemici sono sempre quelli che vengono dall’interno e che uno pensa di non avere mai“.
Di Maio fa riferimento ai tanti parlamentari che hanno lasciato il Movimento dall’inizio di questa legislatura, ultimi in ordine di tempo gli addii di Michele Nitti e Nadia Aprile. Ma forse fa riferimento anche ai 33 deputati a rischio espulsione dal collegio dei probiviri, tra cui gli stessi Aprile e Notti che però hanno anticipato la decisione e abbandonato.
“È un momento complesso per il Movimento, in tutto il mondo stanno cambiando i punti cardinali della politica, le forze politiche ora devono essere la bussola per i cittadini – ha concluso Di Maio, che ha anche citato Aldo Moro – ma noi abbiamo fiducia nel futuro e ce la possiamo fare, inevitabilmente ce la faremo. Il Governo deve andare avanti, i risultati si vedranno, dobbiamo mettere ordine“.
Dopo un discorso di circa un’ora Di Maio, citando un ricordo di Casaleggio, ha tolto la cravatta come gesto simbolico istituzionale ed ha comunicato i progetti futuri della leadership grillina: il membro anziano Vito Crimi avrà la guida del Movimento almeno fino ai prossimi Stati Generali.