Se ad essere feriti e umiliati sono i malati, indifesi e non autosufficienti, l’indignazione è ancora più forte. Perché è inaccettabile che il Governo di un Paese che si definisce civile, continua a far finta di non conoscere ciò che da tempo tutti sanno: le condizioni disumane in cui vivono i malati dell’Ospedale più grande del Mezzogiorno, il Cardarelli.
Oggi, quello che tutti sapevano già, è balzato agli orrori della cronaca, dopo la “Diffida” del Presidente della Regione Caldoro al Governo, che ora vorrebbe intervenire per mettere la “solita” pezza su un problema che da anni non è stato mai denunciato in maniera decisa, ma quasi anestetizzato dall’assuefazione al degrado e all’inciviltà. A dispetto del diritto del malato, di fatto una parola vuota . Risuonano invece le parole inutili, inconcludenti di una classe politica che volge lo sguardo altrove per non sentire l’odore acre del dolore muto, che non ha forze per difendersi
Ma adesso si è davvero toccato il fondo come dimostra l’ampio servizio che il quotidiano “Repubblica” ha dedicato a un Ospedale definito lazzaretto, simbolo del disastro Campania.
Le foto scattate al pronto soccorso e in alcuni reparti del Cardarelli, parlano da sole. Raccontano di “pazienti che vivono in totale promiscuità. Uomini e donne insieme. Molti seminudi. Senza spazi. Senza servizi”. Abbandonati su barelle che si urtano l’una con le altre, posizionate finanche negli angoli più sporchi e disagevoli. I malati quindi sono continuamente esposti a rischi di natura igienica, non hanno quiete, costretti a sopportare la luce 24 ore su 24, non hanno tavolini su cui posare le cose essenziali. Alcuni usano la bombola d’ossigeno come tavolino.
Non esiste nel modo più assoluto il diritto alla privacy, al riposo, al minimo comfort e inoltre l’ammasso di barelle in spazi insufficienti per contenerle,, (scenario simile a un parcheggio selvaggio di macchine all’interno di un Ospedale) , crea situazioni umilianti, indecorose è poco. C’è un solo bagno per 60 persone. Tutti i malati, dai più gravi ai meno gravi sono assistiti dai loro familiari con il consenso degli operatori, che si rendono conto dell’insostenibilità della situazione.
Sono di conseguenza saltate le regole delle ore riservate alle visite. E’ saltata ogni garanzia di diritto a un’assistenza degna di un Ospedale. Che può contare solo sulla professionalità e impegno dei medici e degli infermieri, anche loro costretti a lavorare in un girone infernale, infatti “l’associazione primari”, ha presentato un esposto contro questo stato di cose.