Sabato 10 febbraio, al museo archeologico di Nola, è stato proiettato il film “Lo specchio degli occhi” per la regia di Giacomo Simonelli, aiuto regista e montaggio Giacomo Peluso. Alcuni attori, tutti presentati in cartellone, provengono dalla compagnia teatrale di Antonio Esposito Pipariello, che ha ereditato la passione del padre per il teatro. Non a caso, il Direttore del museo Giacomo Franzese, nel saluto iniziale, ha sottolineato che il museo, grazie alla passione di Antonio Esposito Pipariello, passa dalle rassegne teatrali estive (molto interessanti, aggiungiamo noi), alla proiezione di lungometraggi nel periodo invernale. E siamo d’accordo col Direttore che il museo deve essere un luogo per accogliere le professionalità emergenti e per diffondere cultura.
Ed è proprio una professionalità emergente, il professore di scienze motorie Giacomo Simonelli, a realizzare, in collaborazione col suo collega Giacomo Peluso, un lungometraggio interessante e profondo. Questa la sinossi: una storia d’amore tra due giovani che si sposano ma dopo qualche anno inizia la crisi matrimoniale e la successiva separazione. Il film finisce a lieto fine, cosa che non succede sempre nella vita. La proiezione mette in evidenza le problematiche dell’uomo nel momento della separazione, che deve lasciare il tetto coniugale, allontanarsi dai figli perché costretto a vederli secondo una scadenza definita dai giudici e che, qualche volta, come nel film, perde anche il lavoro perché cade in un buco nero. Nel film viene altresì evidenziato il disagio e la rabbia della figlia che suo malgrado deve affrontare una nuova situazione.
Molto significativi i silenzi che parlano più di ogni altro dialogo, le espressioni più intime dell’anima avvilita che Giacomo Peluso ha saputo cogliere con la sua macchina da presa. Il film potrebbe dare spunti ad ampi dibattiti sulle problematiche familiari, non a caso alla fine è intervenuta l’avvocato Giuditta Simonetti, matrimonialista ed esperta in diritto di famiglia.
La colonna sonora del film è curata dal maestro Giacomo Ferrara, mentre la canzone inziale, “Una notte d’inverno”, è cantata e scritta da una ragazza al suo esordio, giovanissima, Alessia del Giudice, in arte Alixia. Studentessa universitaria col sogno nel cassetto di diventare famosa e perché e di arrivare a Sanremo, la cantautrice Alixia ha scritto la sua prima canzone a 13 anni ed è stata stimolata a continuare. In occasione della proiezione ha aperto la serata appunto con “Una Notte d’inverno”, musicata dal maestro Giacomo Ferrara e dalla stessa Alixia. La giovane cantautautrice ha dato prova della sua bravura, cantando con una voce dolce, chiara e potente. Quando abbiamo parlato mi ha commosso il suo entusiasmo e mi ha fatto venire in mente la canzone di Vecchioni “Sogna ragazzo sogna”. Ed è quello che diciamo anche noi ad Alixia: sogna, perché hai la stoffa per crederci!