Fino al 1860, il napoletano era la lingua ufficiale del Regno delle due Sicilie.
Era parlata non solo in Campania, ma in gran parte dell’Italia meridionale: Calabria, Basilicata, Abruzzo, Puglia, Molise, fino ai territori al di qua del faro di Messina.
Dopo l’annessione all’Italia, la lingua napoletana perse la sua identità di lingua ufficiale e venne classificata come dialetto.
Ma nonostante ciò, si è continuato a parlare il napoletano in tutta Italia.
Al punto che ancora oggi, il napoletano è la seconda lingua parlata in Italia, dopo l’italiano.
La grande diffusione del napoletano la si deve oltre alla sua importanza storica, al fatto che il napoletano è stato una lingua d’arte.
Molte le poesie e le commedie scritte in napoletano, ricordiamo per tutte quelle di Eduardo, e le poesie di Salvatore di Giacomo, che hanno espresso l’animo napoletano più puro e genuino.
Inoltre le tante canzoni della musica classica partenopea che hanno fatto il giro del mondo.
Perciò l’Unesco, l’ha consacrata come patrimonio non solo dell’Italia ma del mondo.