Legge Zan in pericolo: ristagna in Senato per via della Lega

di Marco Sigillo

La legge Zan si ferma al Senato a causa dell’ostruzionismo della Lega. Il disegno di legge presentato da Alessandro Zan, deputato PD, prevede misure di prevenzione e contrasto all’omotransfobia. La proposta di legge è già stata approvata dalla Camera nello scorso novembre. Tra i provvedimenti che la legge punta ad adottare ci sono la reclusione fino a 18 mesi per chi commette atti di discriminazione basati “sul sesso, il genere, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e la disabilità”. Pene anche per chi istiga atti di violenza e discriminazione e la possibilità di prestare servizio presso associazioni che tutelano le vittime. Prevista anche la proclamazione di una giornata nazionale contro l’omofobia, il 17 maggio, e l’istituzione di un fondo di 4 milioni per la prevenzione e la promozione dell’inclusione.

Nei giorni scorsi la legge era in discussione al Senato ma ha trovato l’ostruzionismo di tutto il centrodestra che è riuscito a rinviarne la discussione. La Lega, in particolare, ha esultato per il rinvio di una legge “non prioritaria”. La legge sarebbe dovuta arrivare alla calendarizzazione attraverso la Commissione Giustizia ma il presidente, il leghista Andrea Ostellari, ha fatto sì che venisse rimandata per parlare di altre tematiche. Tra i più soddisfatti c’è il senatore Pillon, noto per le sue battaglie contro un’ipotetica lobby gay che a suo dire vuole rovesciare l’ordine morale del nostro Paese. Parimenti, Salvini ha definito non prioritaria una legge contro l’omotransfobia, ritenendo sufficienti le leggi già in vigore.

La discussione pubblica ha visto la partecipazione e l’interesse di molti personaggi dello spettacolo. Tra questi Fedez, Mahmood e Elodie, la quale è stata anche vittima di insulti a mezzo social. C’è da dire che l’elettorato leghista si era già dedicato in passato ad insultare la cantante, secondo un metodo ormai sdoganato dal leader Salvini. Elodie aveva twittato “Siete indegni, non dovreste stare in Parlamento”. Parole che non sono, ovviamente, piaciute ai leghisti che hanno inondato di insulti il profilo della cantante, con il risultato finale di dimostrare che forse una legge contro l’intolleranza e la discriminazione servirebbe davvero nel nostro Paese. Ora più che mai.

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