Sono tante le questioni che impegnano il Governo in questa prima decina del nuovo anno.
I ministeri tornano al completo con i giuramenti di Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi, che si occuperanno rispettivamente di Istruzione e Università. La Azzolina, già sottosegretaria allo stesso ministero, ha annunciato che “la scuola italiana ha bisogno di cura,di semplificazione, di rapidità nelle decisioni, di visione e di concretezza” e anche che l’istruzione va migliorata e non stravolta. Grande emozione per Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II di Napoli, che come primo impegno da ministro incontrerà il Consiglio nazionale degli studenti.
Confermata la richiesta di referendum sul taglio di deputati e senatori. Consegnate in Cassazione le firme di 71 parlamentari, a fronte delle 64 necessarie. Nei giorni scorsi alcuni firmatari si erano tirati indietro, decisivo il sostegno di Salvini che ha invitato i suoi a sostenere il referendum, permettendo il raggiungimento del numero necessario. Un duro colpo ad una delle battaglie bandiera del Movimento 5 Stelle, che aveva festeggiato in piazza il taglio delle poltrone.
Sul tavolo del Governo anche altri due temi caldi, la riforma della prescrizione e la nuova legge elettorale. Su entrambi i fronti pare ci siano dei passi avanti. La proposta del Ministro della Giustizia Bonafede pare essere pronta ad essere discussa dal Consiglio dei Ministri, anche se restano alcune perplessità all’interno del PD. Gli avvocati sono fortemente contrari alla riforma, che a loro dire porterebbe a processi infiniti. Di altro avviso le associazioni dei magistrati che, in sintonia con il ministro Bonafede, non vedono la possibilità di grossi problemi nell’immediato, fermo restando il bisogno di lavorare alla velocizzazione dei processi.
Sulla legge elettorale diversi partiti sembrano confluire sulla proposta del cosiddetto “Germanicum”. Si tratta di un sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento al 5%, ispirata appunto al sistema tedesco. I maggiori oppositori a questa soluzione sono Lega e Fratelli d’Italia, che vorrebbero invece un sistema maggioritario in grado di premiare la propria coalizione data in vantaggio nei sondaggi.