L’Alleanza contro la povertà in Italia: cos’è e cosa fa

di Redazione Zerottouno News
L’Alleanza contro la Povertà, nata alla fine del 2013, raggruppa un ampio numero di soggetti sociali che hanno deciso di contribuire in maniera collettiva alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta in Italia. Nel perseguire questo obiettivo, l’Alleanza ha condotto in questi anni, e continua a condurre, diverse attività: lavori di sensibilizzazione dell’opinione pubblica; promozione di un dibattito basato sull’evidenza empirica concernente gli interventi esistenti e quelli proposti; confronti con le forze politiche e con le istituzioni competenti affinché compiessero scelte efficaci nella lotta contro la povertà; elaborazione di una proposta di policy che mirava all’introduzione del Reddito d’Inclusione Sociale (Reis); impegno per far sì che le misure di contrasto alla povertà adottate negli ultimi anni, dal SIA in poi, potessero essere integrate grazie ad un lavoro di analisi e proposta; sviluppo di operazioni di monitoraggio sulle politiche di contrasto alla povertà.
Aderiscono all’Alleanza contro la Povertà in Italia: Acli, Action Aid, Anci, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Confcooperative, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli Consiglio Nazionale Italiano – ONLUS, Fio.PSD, Forum Nazionale del Terzo Settore, Jesuit Social Network, ALI – Autonomie Locali Italiane, Save the Children, Umanità Nuova – Movimento dei Focolari, Adiconsum, Arci, Associazione Generale Cooperative Italiane, Associazione Professione in Famiglia, ATD Quarto Mondo, Fondazione Banco Farmaceutico, CSVnet – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, CNOAS – Ordine Assistenti Sociali Consiglio Nazionale, Croce Rossa Italiana, Focsiv, Fondazione Albero della Vita, Fondazione EBBENE, Gruppi di volontariato vincenziano – AIC Italia, Legacoopsociali, Piccola Opera della Divina Provvidenza del Don Orione, U.N.I.T.A.L.S.I. – Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, Comunità Giovanni XXIII.
Secondo i primi dati dell’Inps sull’Assegno di Inclusione (ADI), la nuova misura per contrastare la povertà in Italia, su 651.000 domande presentate e 446.000 lavorate, sono appena 288.000 quelle accolte. Per l’Alleanza contro la povertà “è un dato preoccupante secondo  che al momento risulta inferiore persino alle stime fatte dal governo, che aveva annunciato una potenziale platea beneficiari di circa 737.000 nuclei familiari per l’ADI“. Secondo l’Alleanza, infatti, 288.000 nuclei familiari sono “pochissimi rispetto a quanti in Italia, necessitano di un supporto economico, per non cadere o ricadere in una condizione di povertà assoluta“. Proprio sui potenziali beneficiari l’Alleanza a settembre aveva presentato un Position Paper in cui evidenziava il rischio di dimezzare la platea, che a quanto pare si sta concretizzando.
In questo senso appare centrale il tema delle domande respinte, che erano in quel momento 117.461. Secondo l’Alleanza contro la povertà, sarebbe importante “sapere nel dettaglio qual è il peso delle singole cause di respingimento” perché, come già evidenziato in passato, “i requisiti economici richiesti per l’ADI non rappresentano e non esauriscono la platea di coloro che, in Italia, sono effettivamente a rischio di povertà assoluta. In questo senso è plausibile “che non accedano alle misure di sostegno centinaia di migliaia di persone in condizioni di estrema vulnerabilità economica e sociale”. Questo anche perché il Sostegno per la formazione e il lavoro, la misura di attivazione lavorativa che affianca l’ADI nel post Reddito di Cittadinanza, non è pensata per contrastare la povertà sul lungo periodo (dura solo un anno) e ha una percentuale di domande accolte ancora più bassa dell’ADI: 70.000 su 250.000.
Il rischio è che i poveri, suddivisi in categorie, restino in buona parte privi di supporti e di politiche di sostegno capaci di rispondere, almeno parzialmente, ai loro bisogni. Se il rapporto tra domande attese e domande pervenute e, soprattutto, se i numeri delle domande respinte dovessero rimanere questi, dovremo fare i conti con un aumento della povertà assoluta nel nostro Paese, che richiederà interventi urgenti e strutturali, così come strutturale è questo fenomeno, da ormai più di 10 anni“, ha sottolineato Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza contro la povertà.

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