La Serie A parla straniero, 97 su 220 sono gli italiani scesi in campo questa giornata

di Nello Cassese

Multietnico, colorato, equilibrato, a tratti spettacolare, ma sicuramente poco italiano. Il campionato di Serie A oggi ha registrato ben 123 stranieri su 220 scesi in campo tra i primi 22 in ogni partita. La partita con più stranieri è stata quella tra Udinese e Sampdoria (18 su 22 gli stranieri in campo). 17 invece sono stati gli stranieri scesi in campo in Fiorentina-Empoli e in Lazio Palermo, 14 in Verona-Napoli, 13 in Bologna-Roma e in Inter-Frosinone, 11 in Juventus-Milan, in Genoa-Sassuolo ed in Carpi-Chievo, mentre 8 in Atalanta-Torino. La squadra con più stranieri in distinta è risultata essere ancora l’Inter con ben 11 titolari e 9 panchinari. Divide il primo posto con l’Inter la Roma che è scesa in campo con il solo Florenzi come italiano, mentre in panchina ne aveva ben 10 di stranieri; fa compagnia alla Roma l’altra squadra della capitale, la Lazio infatti oggi tra i primi 11 schierava 9 stranieri, lasciandone altrettanti in panchina. Questa nostra particolare classifica vede al quarto posto l’Udinese (10 titolari, tra cui l’oriundo Felipe Dal Bello, e 7 panchinari), mentre il Napoli oggi schierava solo Insigne e l’oriundo Jorginho tra l’undici iniziale, lasciando in panchina 7 stranieri, così come la Fiorentina di Paulo Sousa ( 10 titolari e 6 panchinari). Segue il Genoa di Preziosi (8 titolari e 7 panchinari), i detentori del titolo 14/15 della Juventus ne segnano invece in distinta 12 (6 titolari e 6 panchinari), la Sampdoria dell’aeroplanino Montella 12 (8 titolari, senza contare il neo oriundo Eder, e 4 panchinari), così come il Palermo di Zamparini (7 titolari, escludendo l’oriundo Vazquez, e 5 panchinari, il Milan invece ne schiera 10 (5 titolari e 5 panchinari), così come il neo promosso Carpi (5 titolari e 5 panchinari) ed il giovanissimo Empoli (7 titolari e 3 panchinari), il Chievo invece 9(6 titolari e 3 panchinari), allo stesso modo del Torino (3 titolari e 6 panchinari). Segue l’Atalanta del Tanque Denis che in distinta ne ha 8 (5 titolari e 3 panchinari), così come il Verona (5 titolari e 3 panchinari)ed il Bologna rigenerato da Donadoni (3 titolari e 5 panchinari). Fanalini di coda di questa selezione sono il Frosinone ed il Sassuolo, che sono le squadre “più italiane” di questa giornata con solo 4 stranieri in distinta (2 in campo e 2 in panchina per il Frosinone, 3 in campo ed 1 in panchina per il Sassuolo).
Premettendo che tutta questa analisi non vuole essere una “salviniana” arringa sull’invasione straniera dell’Italia, prendiamo semplicemente atto che ad oggi il calcio nostrano parla una moltitudine di lingue, ma sempre di meno quella italiana. Che non si prenda neanche come un’invettiva a chiudersi a riccio ed a diffidare dei talenti stranieri; sono molte e sono belle le storie di calciatori stranieri che in Italia hanno trovato fortuna e si sono integrati a pieno, amando la nostra terra spesso anche più degli stessi italiani. Come non citare, a tal punto, Javier Zanetti, “El Pampa” Sosa, Pavel Nedved, Zvonimir Boban, Marek Hamsik e, ultimo in ordine di tempo, Godfred Donsah che ha lottato per raggiungere il successo ed aiutare il padre che era arrivato in Italia su di un barcone ed aveva trovato lavoro come bracciante nei campi di pomodori. L’Italia da tempo, si sa, è la terra promessa in Europa e tanti stranieri hanno lasciato il segno; allo stesso tempo è innegabile che il settore giovanile italiano sia uno dei migliori al mondo. La Serie A però è anche uno dei campionati in cui i giovani hanno meno fiducia; spinti dalla sete di vittoria, molto spesso le società preferiscono spedire i giovani in prestito ed acquistare calciatori stranieri. Tuttavia negli ultimi anni stiamo assistendo ad un miglioramento; basti citare giocatori come Donnarumma, Romagnoli, Rugani, Barba, Baselli, Darmian, Leali.
Churchill diceva anni addietro che “gli italiani vanno in guerra come se fossero ad una partita di calcio e ad una partita di calcio come se fosse una guerra”. Forse è vero, in Ialia la vittoria è davvero una cosa imprescindibile per le società di calcio e la pazienza è una virtù di pochi. La soluzione è una sola: la fiducia. Fiducia nel lavoro futuro delle società, dei settori giovanili e degli scout, fiducia soprattutto per i giovani che sacrificano la loro adolescenza per raggiungere i loro sogni.

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