La ragazza della palude (Where The Crawdads Sing) è un film di genere drammatico del 2022 diretto da Olivia Newman ed è la trasposizione cinematografica dell’omonimo e controverso romanzo della scrittrice e ambientalista Delia Owens.
Il CAST è formato da Daisy Edgar-Jones (Catherine “Kya” Clark), Taylor John Smith (Tate Walker), Harris Dickinson (Chase Andrews), David Strathairn (Tom Milton), Luke David Blumm (Tate da giovane), Sam Anderson (Tate da anziano), Blue Clarke (Chase da giovane), Michael Hyatt (Mabel Madison), Sterling Macer Jr (James “Jumpin” Madison), Jojo Regina (Kya da giovane), Leslie France (Kya da anziana), Garret Dilahunt (“Pa” Jackson Clark), Ahna O’Reilly (“Ma” Julienne Clark), Logan Macrae (Jeremy “Jodie” Clark), Will Bundon (Jodie da giovane), Bill Kelly (sceriffo Jackson), Jayson Warner Smith (vice sceriffo Joe Purdue), Eric Ladin (Eric Chastain), Dane Rhodes (giudice Sims), Robert Larriviere (dott. Robert Foster), Joe Chrest (dott. Cone), Jerri Tubbs (Patti Love), Don Stallings (Scupper Walker), Sharon Landry (Miss Pansy), Grace Hinson (Sandy) e Tate Marinovich (primo giurato).
Prodotto con un budget di circa 25 milioni di dollari ed un incasso globale di circa 140,2 milioni di dollari è risultato un successo al botteghino seguito da una critica fredda: indice di gradimento medio 35%/100% sul sito Rotten Tomatoes, voto 43/100 su Metacritic e voto 7,2/10 sul Imdb.
Film e libro hanno riportato al centro della cronaca nera Delia Owens per un caso di omicidio mai del tutto chiarito in cui l’autrice sarebbe stata coinvolta assieme al marito Mark Owens.
TRAMA Carolina del Sud (USA), anni ’70. Catherine “Kya” Clark è una ragazza piena di risorse che cresce e impara a sopravvivere da sola in una sperduta palude dopo essere stata abbandonata progressivamente dai genitori – un padre violento e alcolizzato poi scomparso e una madre repressa, fuggita e in seguito morta di malattia – e dai fratelli maggiori quando era solo una bambina. Emarginata dalla città vicina di Barkley Cove e divenuta adulta, Kya si crea un mondo tutto suo grazie a Tate Walker, amico d’infanzia che le insegna a leggere e scrivere e di cui presto lei si innamora ricambiata. La relazione fra i due giovani si conclude quando Tate va al college e presto Kya diventa oggetto delle attenzioni di Chase Andrews, quarterback della scuola e noto donnaiolo. Sedotta e ingannata da false promesse di matrimonio, quando Kya decide di troncare la relazione con Chase, quest’ultimo la aggredisce e tenta di violentarla, ma la ragazza riesce a scappare. In seguito Chase viene trovato morto e Kya è accusata dell’omicidio. Nonostante alcune prove in apparenza inconfutabili e l’opinione pubblica decisa a condannare quella che hanno sempre additato come “la ragazza della palude”, l’anziano avvocato in pensione Tom Milton decide di difendere Kya nel processo che dovrà sostenere. L’esito del processo porterà a galla una situazione familiare all’insegna del supplizio, i meschini pregiudizi di una società bigotta e l’arroganza maschilista contro una donna colpevole solo di voler essere libera e di voler essere accettata e amata.
ANALISI L’azione scorre veloce e attraverso il flashback mette in parallelo il contesto tipico del giallo legal-drama con quello del dramma di formazione con spunti romantici e, forte di interpretazioni impeccabili – su tutti spicca la bravissima e tormentata Daisy Edgar-Jones – punta a delineare i caratteri attraverso un confronto che si riflette nel contrasto fra la donna libera ed emarginata e una società chiusa e maschilista. La Natura incontaminata e rispettata che non si fa sottomettere da una civiltà ignorante e prevaricatrice è il soggetto per affrontare il tema dell’emarginazione e soprattutto della sopraffazione, fisica e psicologica, della donna. L’amaro finale solleva dubbi, mette a dura prova chi non è privo di senso critico e punta il dito contro i superficiali che assolvono dei carnefici più subdoli di chi è colpevole di essersi difeso.
Kya aveva già dato una chance all’amore; adesso voleva solo riempire gli spazi vuoti. Lenire la solitudine ergendosi un muro intorno al cuore”.
VITA NELLA NATURA La scrittrice e zoologa statunitense Delia Owens coltiva la passione per la Natura fin dalla giovinezza, passione culminata nella laurea in zoologia presso l’Università della Georgia seguita dal dottorato di ricerca in Animal Behavior presso l’Università della California. Alla sua esperienza universitaria risale la conoscenza di quello che poi diventa suo marito, Mark Owens, con cui si trasferisce in Africa nel 1974.
L’attività ambientalista si manifesta in Botswana con una campagna contro l’industria del bestiame locale: i coniugi vengono espulsi dal paese dai funzionari governativi e si stabiliscono in Zambia all’inizio degli anni ’90. Al suo dottorato di biologia sono legate le pubblicazioni su riviste professionali (Nature – Journal of Mammalogy – Animal Behaviour – African Journal of Ecology – Natural History – International Wildlife) di studi sull’ecologia comportamentale della fauna selvatica africana. Da segnalare è il suo impegno come co-fondatrice della Owens Foundation for Wildlife Conservation a Stone Mountain, GA e numerose partecipazioni a conferenze in tutto il Nord America. Testimonianza scritta della sua attività sono i memoriali Cry of the Kalahari, The Eye of the Elephant e Secrets of the Savanna.
Il nome della Owens appare in cronaca nera, il marito Mark e il figliastro Christopher vengono coinvolti nell’omicidio di un bracconiere filmato da una troupe televisiva della ABC nel 1995: il cameraman autore del video ha dichiarato che Christopher Owens fu il primo membro di un gruppo di scouting a sparare all’uomo, seguito poi da altri due scout, mentre altri testimoni hanno affermato che Mark Owens avrebbe coperto l’omicidio gettando il corpo in un lago. La Owens – riporta un’inchiesta su The Hunted – si è sempre dichiarata estranea ai fatti affermando di essersi sempre opposta a ciò che accadeva intorno a lei ma di non essere riuscita a fermare quelli che ormai sono rispettivamente il suo ex-marito ed il suo ex-figliastro.
Delia Owens attualmente vive a Boundary County in Idaho e nel 2018 ha dato alle stampe Where The Crawdads Sing, il suo primo e finora unico romanzo che vanta un record di 5 settimane in vetta nella lista best-seller statunitensi del The New York Times. La storia appartiene al genere giallo di formazione e da aprile 2023 con un numero di 18 milioni di copie vendute in tutto il mondo, è ritenuto uno dei libri più venduti di tutti i tempi. L’autrice proietta in modo palese nel personaggio di Kya, una donna che trova rifugio nella natura selvaggia dopo un’esistenza tormentata, la sua esperienza giovanile in terre selvagge a combattere il bracconaggio in Africa e la sua concezione di natura intesa come madre e guida. In Italia viene pubblicato nel 2019 da Solferino con il titolo La ragazza della palude per la traduzione di Lucia Fochi.
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“Io ho sempre vissuto a Barkley Cove. E, come voi, conosco le fandonie circolate sulla ragazza della palude. Si diceva che fosse per metà lupo. L’anello mancante tra la scimmia e l’uomo. Che al buio avesse gli occhi di fuoco. Beh, eccola qui. La realtà è che fu abbandonata da bambina. Dovette sopravvivere da sola nella palude, ingiuriata ed emarginata. Il signor James Madison e la moglie, Mabel, che oggi sono qui in aula, sono le uniche persone che si siano mai prese cura di lei. Noi altri, mi vergogno a dirlo, ma l’abbiamo etichettata e respinta perché la credevamo diversa”.
UN’AMBIGUA RIFLESSIONE La regista, produttrice e sceneggiatrice americana Olivia Newman, rispetto al romanzo da cui trae ispirazione, si concentra di più sulla personalità della protagonista e fino all’ultimo – magari tagliando troppo e procedendo troppo velocemente – offre allo spettatore un ritratto che denuncia la superbia collettiva che non comprende, teme, sfrutta ed emargina chi è colpevole di avere avuto un’infanzia ai limiti del supplizio, di aver riscoperto la bellezza della Natura e ha scelto di crescere da solo e libero dall’imposizione di schemi sociali predefiniti.
“È sempre stato sufficiente far parte del corso naturale delle cose. Sicura come le maree, la natura è stata la mia guida. La palude conosce bene la morte. E non la considera per forza una tragedia. Di certo non la considera peccato. Sa che ogni creatura fa il necessario per sopravvivere. E che, certe volte, affinché una preda continui a vivere il suo predatore deve morire. Ora io sono la palude. Sono una piuma di airone. Sono ciascuna delle conchiglie depositate a riva. Sono una lucciola. Ne vedrai a centinaia sfavillare negli angoli bui della palude. Ed è lì che mi troverai, sempre. Laggiù, in fondo. Dove cantano i gamberi”.
Sia la storia di Kya sia il controverso caso giudiziario che ha segnato la vita della Owens hanno un punto in comune: in entrambi si pone l’attenzione sui dilemmi morali legati alla giustizia e alla protezione di ciò che si ama. Sia nel libro che nel film la storia di Kya è opera di finzione che, combinando in modo perfetto mistero, paesaggi evocativi e una protagonista complessa spinge lettori e spettatori ad una profonda e complessa riflessione sulla solitudine, sulla Natura e sui confini morali che siamo disposti a superare per proteggere ciò che amiamo.
Giustizia e diritto naturale di vivere liberi sono concetti maturati dal genere umano che per sua natura è imperfetto e la cui imperfezione emerge vergognosa nei contesti che di civile hanno solo la facciata. In una realtà dove la Natura, selvaggia ma meravigliosa proprio perché incontaminata, appare sempre più ferita e più che legittimamente adirata contro secoli di abusi da parte di noi indegni epigoni schiavi dell’ignoranza e in cui l’aumento di casi di abusi sessuali e femminicidi sono ancora una vergognosa testimonianza della nostra piccolezza, è quantomeno doveroso non smettere di riflettere sui danni irreversibili che la nostra superbia continua ad apportare a chi ci ha dato la vita e a chi dovremmo imparare ad amare e rispettare e non a giudicare, emarginare e sottomettere!
EMOZIONANTE, INTRIGANTE E COMMOVENTE.