Se Wikileaks era parsa un’enorme fuga di notizie, quella dei Panama Papers è di dimensioni ancor più enormi. Una fuga di documenti partita da una talpa interna allo studio legale Mossack Fonseca, con sede a Panama, sta scoperchiando un enorme vaso di Pandora. I più potenti e famosi politici, calciatori, attori e industriali dell’intero mondo, si sarebbero avvalsi della consulenza dello studio Mosseck e Fonseca per gestire propri conti nel paradiso fiscale panamense. Undici milioni di documenti sono stati resi pubblici, una quantità incredibile, trasmessi gradualmente da quest’ignota talpa a due giornali tedeschi che hanno poi portato avanti la loro inchiesta giornalistica. Lo studio legale si sarebbe preoccupato di rendere praticamente irrintracciabili questi conti, in modo che i proprietari riuscissero a sfuggire ad ogni controllo fiscale nazionale. Troppo complesso per un’agenzia nazionale riuscire a districarsi nella miriade di meccanismi evasivi e ricostruire quei percorsi che le ingenti somme di denaro seguivano attraversando aziende grandi e piccole. Immediatamente i legali si sono premurati di assicurare che mai le loro azioni si sono allontanate dalle vie lecite, dichiarando anzi di collaborare con le autorità dei singoli paesi, ogni qualvolta si siano ritrovati dinanzi a dubbi riguardo la natura di quei conti. Una smentita che per ora non convince del tutto e che non è riuscita a tenere fuori dalle polemiche pubbliche numerose personalità di spicco. Capi di Stato come Putin, Poroshenko, il primo ministro islandese Gunnlaugsson (che in seguito alle polemiche scaturite si è dimesso dal suo incarico) o loro familiari come nel caso del premier britannico Cameron, grandi attori del cinema come il cinese Jackie Chan, il regista spagnolo Almodovar, campioni sportivi che hanno accumulato fortune nel corso della loro carriera come Platini e Messi. Data l’estensione dello scandalo non potevano mancare in elenco nomi italiani, che sarebbero ben 800. Tra i più noti l’ex pilota di formula1 Jarno Trulli risulta essere un cliente della Mosseck Fonseca, cosi come l’amministratore di Alitalia Luca Cordero di Montezemolo e Oscar Rovelli, erede dell’impero dell’industria chimica Sir.
di Marco Sigillo