Due generi letterari come il giallo-thriller ed il romanzo storico spesso si ritrovano combinati ma ci vuole un contesto suggestivo ed un autore davvero preparato, appassionato e capace per offrire un prodotto che sappia intrigare, emozionare, divertire e far riflettere. Questi obiettivi risultano pienamente raggiunti nel romanzo che adesso andiamo a presentare in cui la trama si svolge non a caso in un ineguagliabile crogiolo di bellezza culturale e pericolosità intrigante: Napoli.
CENNI BIOGRAFICI Lo scrittore Alessandro Luciano vive a Napoli, Archeologo specializzato e dottore di ricerca è autore dei romanzi storici Gli ultimi giorni del comandante Plinio (2019, tre edizioni) e Nero saraceno (2020) entrambi pubblicati dall’editore Marlin. Di sua mano sono anche decine di articoli e libri scientifici di archeologia, partecipando a importanti campagne di scavo. Lavora tutt’ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, luogo dove è ambientato il romanzo qui presentato, ed è Ufficiale della Riserva Selezionata dell’Arma dei Carabinieri (Nucleo Tutela Patrimonio Culturale).
TRAMA Napoli, 2022. Al Museo Archeologico Nazionale è sparita la tazza Farnese, uno dei capolavori più noti. Le indagini sono assegnate al capitano dei Carabinieri Lorenzo Ricci, del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Giunto a Napoli, il capitano si avvale della collaborazione del maresciallo Salah Hamid della sezione locale, e di Luigi Benitozzi, factotum del museo e uomo di fiducia del direttore. Le indagini appaiono complicate ma Lorenzo trova in uno strambo dipendente del Museo, Mauriello, un prezioso testimone, in possesso di un’enigmatica “mappa verbale”, che sembra condurre al reperto trafugato. Seguendo questa pista, il capitano è catapultato nei luoghi più misteriosi della città, e in una dimensione temporale dominata dal glorioso passato napoletano e dal richiamo alla religiosità pagana. Gli indizi che emergono s’intrecciano coi significati evocati dalla tazza Farnese, attraverso le sue arcane raffigurazioni e la sua storia tormentata. Nel corso delle indagini, la città è scossa da un secondo tragico evento: il rapimento del sindaco Ferraris. Se c’è un legame tra i due crimini, tocca a Ricci scoprirlo. Tra violenze e colpi di scena, filoborbonici e fanatici neopagani, la corsa per svelare la mappa verbale si rivelerà serrata e avvincente.
ANALISI Una scrittura di tipo descrittivo – molto spazio è dedicato al contesto suggestivo che riflette e amplifica tensioni ed emozioni – viene adoperata in modo sapiente dall’autore per offrire una lettura scorrevole capace di far vivere, letteralmente, al lettore l’avvincente intreccio in cui giallo (un furto che genera omicidi e svela complotti di stampo terroristico) e romanzo storico (un reperto archeologico del passato è il filo conduttore nel presente) risultano perfettamente combinati. Nel delineare il corso delle indagini su cui ruota la vicenda efficace ed intrigante è l’alternanza di presente e passato attraverso la tecnica del flashback. Il lettore, come uno spettatore che in platea attende di essere trasportato dalla storia che prende vita nella recitazione, viene condotto in una lenta ed emozionante scoperta e riscoperta di una realtà, quella di Napoli, che nelle sue innumerevoli sfaccettature e contraddizioni risulta unica per chi ci vive dalla nascita e per chi ci si ritrova a vivere. Le elucubrazioni indizio dopo indizio e, soprattutto nel finale, l’azione non possono mancare in un giallo che non si diversifica da un vero e proprio tour che parte dal presente nella città dell’impossibile e si estende in tutto il Mediterraneo del passato. Fra le rivelazioni in cui storia e leggenda si intrecciano c’è anche posto per riprendere discorsi mai risolti di matrice storica, filosofica, sociologica, religiosa che già hanno dato da riflettere dopo il celeberrimo caso di Dan Brown fra le mura del Louvre.
Napoli, vista dall’alto
NAPOLI DA SCOPRIRE Con una prosa vivace e accattivante, tra avventurose digressioni storiche e dialoghi grotteschi, Alessandro Luciano proietta il lettore in un racconto ben documentato, calando l’attenzione nella realtà quotidiana di una città affascinante e pericolosa. Una mente acuta cresciuta e forgiata nel profumo delle pagine da sfogliare può individuare in tre temi principali (il legame viscerale di Napoli con la cultura esoterica egizia, gli intrecci tra filoborbonici e neopagani, alcuni personaggi realmente esistiti e i luoghi storici di Napoli) i punti di forza che dal libro riflettono la salda formazione dell’autore e la sua capacità di immaginazione, due elementi che non possono mancare in un romanzo storico a sfondo giallo.
Tazza Farnese, lato interno (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
Ed ancora chiari risultano i 2 obiettivi fondamentali che l’autore si prefigge e che alla fine riesce a raggiungere pienamente: trasmettere al lettore le sensazioni reali di chi frequenta luoghi simbolo della cultura partenopea (dal MANN alla Biblioteca Universitaria, da Piazzetta Nilo alla Cappella Sansevero, e cosi via); invogliare il lettore a visitare luoghi mai visti, oppure a tornarci con occhio diverso dopo aver letto il romanzo.
Ognuno degli obiettivi risulta pienamente raggiunto per una mente ed un cuore non ancora consumati dal degrado totale di un presente sempre più martoriato in cui la cultura da preservare è forse davvero l’unica salvezza per noi poveri epigoni di un sapere sopravvissuto solo nelle pagine non ancora cancellate dal demone-danaro e dal dominio della paura che cresce nell’ignoranza. Non basterebbe una vita eterna per vivere appieno una realtà unica in ogni suo più intimo strato e dopo l’ultima pagina sarà impossibile non desiderare di immergersi – di nuovo o ancor meglio per la prima volta – in quella che davvero è la città, il mondo, la realtà, la dimensione dell’impossibile che diventa possibile.
DA LEGGERE.