Trump negli States, Kurz in Austria, Salvini in Italia, Orban in Ungheria ed ora anche Bolsonaro in Brasile. Il mondo democratico, poco alla volta, si sta spostando a destra, probabilmente verso l’estrema destra (non tanto celata nel caso del neo eletto Bolsonaro). Affermare questo non vuol dire dichiarare la morte della democrazia solo perchè le destre sono al potere. La destra, così come la sinistra, è semplicemente un’espressione di ideali politici, sociali e democratici. Esiste, come è giusto che sia, in coabitazione con la sua opposta parte.
Discorso a parte è constatare che le democrazie di destra si stanno lentamente inclinando verso l’estremità. L’estrema destra non ha nulla di politico, basti pensare al fatto che viene a mancare ciò che nel discorso democratico è alla base: il confronto. Gli estremisti non accettano altro pensiero al di fuori del loro, nascondendo ideali morali quantomeno discutibili dietro uno scudo di sicurezza. Gli immigrati, i poteri forti, i giornali, le ingiustizie sociali (che gran parte degli attivisti estremisti contribuiscono ad alimentare). Tutto ciò incute timore nell’elettorato medio basso, costretto a cercare spalle forti che diano protezione. Spalle rette da promesse deboli e manomissioni di notizie. L’emergenza migranti non è tale, sia per numeri che per i dati delle casse dello Stato, non basta vedere alcuni ragazzi di colore nella propria città per poter affermare che ci stanno invadendo e che stanno diventando “più di noi”.
Non è quindi una sorpresa che la stessa situazione si stia verificando in Italia, un paese che vive un periodo di instabilità politica, sfiducia nei rappresentanti e disparità economica (quasi 6 milioni i poveri ad oggi). Partito con i migliori auspici, il Governo Lega-M5S sta facendo più clamore che altro. Scivoloni pubblici, minacce (più o meno velate) a giornali e istituzioni (come dimenticare la richiesta di impeachment per Mattarella), comunicazione social di basso rango, immediata ma non “mediata” da un qualsivoglia senso etico che possa contraddistinguere un rappresentante della Repubblica Italiana. Un Governo, quello attuale, retto da forti motivazioni etiche ma – visti i risultati – non da grosse competenze.
Ed è proprio questo che oggi l’Italia sta perdendo: la valorizzazione delle competenze, del dialogo e del confronto. L’onestà è un’ottima base da cui partire, ma debole se è scevra di competenze. Il confronto, l’autocritica e il dialogo non possono essere sacrificate in nome di una rappresentanza sbandierata in ogni talk show. Non sorprende che in risposta ci siano proteste e incendi di manichini con le facce dei leader politici, è questo il clima in cui viviamo: violenza chiama violenza, intransigenza chiama intransigenza. Come risolvere allora? Il M5S dovrebbe ripartire dai suoi valori più genuini, “protetti” ancora dagli attivisti locali. Il PD dovrebbe ricominciare dai suoi errori, eliminare impresentabili e chi ha già fallito e, infine, unire sotto un solo ideale la sinistra italiana. La Lega, invece, dovrebbe semplicemente ripartire dai 49 milioni di euro rubati agli italiani, proprio loro che vengono prima di tutti ma non prima degli interessi economici del partito, a quanto pare.
Gli italiani, invece, dovrebbero ripartire frenando. Bisogna mettere il freno a tante dichiarazioni che hanno poco di politico e molto di offensivo. Chiudere un occhio quando un ragazzo di colore viene chiamato “sporco negro”, tentare di giustificare attacchi ad omosessuali e migranti, credere a tutto ciò che ci viene detto senza informarci. Tutto questo ci porta a legittimare l’odio e il razzismo. Una caratteristica non propria di una delle più importanti democrazie occidentali e patria di una delle migliori Costituzioni. Bisogna indignarsi, ma lo si deve fare per le frasi razziste, le truffe ai danni dei cittadini, gli sprechi di denaro pubblico, i disegni di legge che ci riportano indietro di 50 anni. Se faremo diversamente, prima o poi saremo tutti colpevoli. Ad oggi ci meritiamo quello che sta succedendo al nostro Paese. In futuro, forse, potremo diventare di nuovo un punto di riferimento per le democrazie mondiali, con un governo che sia a firma Lega, M5S o PD.
I partiti passano, gli ideali (purchè siano giusti) devono rimanere. L’Italia si sta lentamente inclinando a destra, come la Torre di Pisa. Quella, la Torre Pendente, regge da centinaia di anni. L’Italia forse potrebbe essere più a rischio. Sta a noi e alle nostre coscienze salvarla dal collasso, prima che possa cadere, prima che sia troppo tardi.