Italia, aumenta il reddito disponibile delle famiglie: il segreto è il risparmio

di Redazione Zerottouno News

Il reddito disponibile reale in Italia sta crescendo: le famiglie infatti hanno accumulato maggiori capitali, anche se le notizie che arrivano dai mercati finanziari non aiutano, e quindi non si sentono ancora pienamente sicure. Infatti hanno risparmiato e perciò consumato meno, e questo ha generato un calo di domanda e un vuoto di Pil a livello nazionale.

Questo quadro così sintetico e preciso arriva da Lorenzo Codogno, ex capo delle analisi economiche e finanziarie del Mef e attualmente visiting professor London School of Economics and Political Science, intervenuto all’evento milanese del XIV Pan European Banking Meeting di Assiom Forex, ma è anche confermato dai numeri sul settore del risparmio in Italia.

Le formichine d’Europa. Gli ultimi dati dell’Eurostat, infatti, rivelano che gli italiani sono tra le “formichine” d’Europa, al terzo posto assoluto dopo Germania e Francia delle nazioni che riescono a ottenere un tasso di risparmio superiore al 10 per cento. Una situazione resa possibile non certo da un aumento dei redditi, che anzi arrancano ancora, così come il Pil italiano (che non è ancora riuscito ad agganciare una ripresa significativa in grado di invertire la rotta degli ultimi anni), ma proprio dalla capacità delle famiglie del nostro Paese di conservare i propri capitali e (in quota minore) investirli in prodotti finanziari.

Focus sugli investimenti in Italia. Ma, proprio da questo punto di vista, come investono gli italiani? E, soprattutto, quali sono le strategie rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei? Di recente, il quotidiano Repubblica ha provato a fare una comparazione in questo senso, confrontando una serie di strumenti che compongono il panorama del risparmio gestito, come fondi comuni d’investimento e fondi pensione e polizze vita, che “sono più o meno simili in tutta Europa”, come spiega l’esperto. E così, si scopre che nel nostro Paese i fondi comuni rappresentano circa l’11 per cento del totale del “risparmio”, un dato nettamente superiore sia a quello della Germania (9,8 per cento) che di Francia (6,8) e Gran Bretagna (dove si ferma solo a 4,2). Ma la situazione si inverte quanto si aggiungono le cifre dei fondi pensione, perché in questo caso è proprio la Gran Bretagna a guidare la classifica (59,4 per cento), seguita dal 34,2 della Francia e dal 31,3 della Germania, con l’Italia che raggiunge solo il 20,7 per cento.

Italia, nel risparmio troppa autonomia. Considerando quindi tutto il risparmio gestito, l’Italia supera appena il 30 per cento del totale, mentre nel resto delle nazioni europee la media sale abbondantemente sopra il 40 (e in Gran Bretagna si sfora anche quota 60 per cento). Un segnale di debolezza del Paese, perché il risparmio gestito è migliore rispetto al fai-da-te; gli italiani invece sembrano preferire la soluzione “autonoma” nella gestione della propria ricchezza, esponendosi a maggiori rischi e possibilità di errore. In loro supporto però arriva il Web, e in particolare il portale FissoVariabile.it, una completa guida online su tutto il mondo del risparmio e degli investimenti.

Cresce la raccolta di risparmio. Ci sono però segnali positivi che arrivano dal mercato, e in particolare dall’analisi degli ultimi dati sul risparmio gestito in Italia. I flussi netti censiti da Assogestioni, l’associazione nazionale del Risparmio Gestito, certificano infatti un flusso da record nel corso del mese di agosto 2016: più 6,2 miliardi di euro come saldo tra entrate e uscite tra fondi e gestioni, quasi il doppio rispetto al già positivo più 3,2 miliardi registrato a luglio (che riportava in positivo il settore dopo il crollo di giugno). Cifre che portano la raccolta netta complessiva in Italia a quota 37,9 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, per un patrimonio complessivo di 1.909 miliardi di euro.

 

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