A seguito della controversa questione relativa alla possibile vendita di due fregate militari all’Egitto da parte dell’Italia, sia per il coinvolgimento del paese africano in diversi conflitti ma soprattutto per il caso di Giulio Regeni per il quale si cerca ancora giustizia, si è riacceso il dibattito relativo alla posizione italiana sulla vendita di armi.
Secondo la relazione governativa annuale sull’export di armamenti, ottenuta da Rete Disarmo e prevista dalla legge 185 del 1990 nella quale viene indicato che ogni anno i differenti dicasteri interessati, per quanto di rispettiva competenza, preparino una relazione (anche quest’anno in notevole ritardo) da presentare al Parlamento entro il 31 marzo, per le operazioni relative all’anno precedente in materia di importazione ed esportazione dei sistemi di armamento da e per l’Italia, nel corso del 2019 si sono registrate autorizzazioni di movimenti in uscita dal nostro Paese di materiale d’armamento per un controvalore di 5.174 milioni di euro sostanzialmente in linea con il 2018, il cui valore si attestava sui 4.613 milioni di euro, stabilizzandosi quindi su un livello costante di export dopo i picchi di autorizzazioni iniziati con il 2015 (8,2 miliardi in quell’anno e poi 14,9 miliardi nel 2016 e 10,3 nel 2017). Si tratta comunque dell’80% in più rispetto ai valori del 2014, per cui si può affermare che le esportazioni record del triennio 2015-2017 hanno trascinato le commesse per l’industria militare italiana su un livello medio superiore a quello di inizio secolo, con ben 84 Paesi destinatari (dal 2015 sono ormai stabilmente oltre 80 le destinazioni complessive).
Il Paese destinatario del maggior numero di licenze risulta essere l’Egitto con 871,7 milioni (derivanti in particolare dalla fornitura di 32 elicotteri prodotti da Leonardo spa), seguito dal Turkmenistan con 446,1 milioni (nel 2018 non era stato destinatario di alcuna licenza). Al terzo posto si colloca il Regno Unito con 419,1 milioni complessivi. Nel 2018 il primo paese per l’export italiano nel settore della difesa è stato il Qatar (un miliardo e 923 milioni), secondo il Pakistan (682,9 milioni), poi la Turchia (362,3 milioni). Fra le prime 10 destinazioni delle autorizzazioni all’export di armi italiane nel 2019 troviamo 4 Paesi NATO (2 dei quali anche nella UE) insieme a 2 dell’Africa Settentrionale (l’Algeria, oltre al già menzionato Egitto), 2 asiatici (Corea del Sud insieme al già citato Turkmenistan) ed infine Australia e Brasile.
Tra le imprese ai vertici della classifica delle autorizzazioni ricevute troviamo Leonardo Spa con il 58%, seguita da Elettronica spa (5,5%), Calzoni srl (4,3%), Orizzonte Sistemi Navali (4,2%) e Iveco Defence Vehicles (4,1%). Le importazioni totali registrate sono state pari a 214 milioni di euro, per il 68% con origine negli USA e per il 14% provenienti da Israele (va notato che in queste cifre non compaiono gli import da UE e area economica europea non più soggetti a controlli UAMA).